Sabato 30 agosto si è svolto a Novilara un recital di poesie in ricordo di Daniela Marcolini, assistente socio-sanitaria nelle strutture per anziani tra cui anche Galantara, e che una terribile malattia ha portato via il 23 gennaio 2016 a soli 57 anni. All’iniziativa dal titolo “L’anima poetica nel giardino di Daniela” sono intervenuti Donatella Galli, ritaldo Abbondanzieri, Antonio Cerquarelli, Italo Fraternale, Ida Palombo e Pictor. Una serata accompagnata dagli intervalli musicali di Brigilda Crema. Proposte anche letture tratte dal V canto dell’Inferno della Divina Commedia, con introduzione, spiegazione e recita a memoria dei versi da parte del poeta Antonio Cerquarelli. Riportiamo a seguire l’introduzione letta dalla poetessa Donatella Galli.
Testimonianza. Anche se la morte arriva vincerà sempre l’amore. Daniela è una stella cometa, una donna che dalla vita ha colto la presenza di Dio. Al centro dell’introspezione c’è il bene per confessare ogni miseria e per confessare la grandezza della misericordia Divina.
Spesso fantastichiamo sulla natura, sulla casa dell’infanzia, sulla Patria lontana ma in realtà sogniamo la casa dell’anima, l’unico luogo in cui siamo noi stessi con le nostre contraddizioni. Dopo aver letto il libro: “Un giardino per Daniela”, scritto da Giorgio Iacomucci ho sentito dentro di me la voglia di ricordarla con la poesia e con i poeti. Sofferenza, fede, malattia e gioia sono gli ingredienti di una testimonianza calamita, di una donna speciale che ha saputo fare della sua breve vita un inno all’eternità. Essere naturali significa essere vicino al mondo del sacro. Dio non ha un luogo, si trova dove c’è chi l’ascolta. La vita umana è una prova ma il tempo è semplicemente estensione e le tre operazioni dell’anima vivono nell’attesa del futuro, nell’attenzione al presente e nel ricordo del passato. Daniela aveva capito tutto, continuava a servire il prossimo portando la bellezza del Vangelo per aiutare tante persone.
Quando smetteremo di volere riempire il nostro bicchiere di felicità e inizieremo a riempire quello degli altri scopriremo con meraviglia che il nostro sarà sempre pieno. L’Amore è l’unico farmaco che abbiamo a disposizione per diventare celesti.
In questo meraviglioso giardino, dove trionfa la natura, ripartiamo con quel modello di accoglienza voluto da Daniela come una carezza dall’alto segnata da una spiccata sensibilità e da una profonda tensione per la ricerca spirituale, nel Sacro della quotidianità.
Devo dire grazie a Giorgio Iacomucci perché nel suo libro ha elevato con candore e con le orecchie del cuore, una storia che diventa preghiera, pianto, grido di protesta e di speranza. Si estende così una città celeste che non crolla, un inno all’amore e all’amicizia, un’osservazione familiare costruita con gentilezza, un giardino creato con passione, un pianto di musica, di morte e di vita. Daniela Marcolini è e sarà alba luminosa rafforzando il concetto del “Dio con noi”.
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