Nel territorio passava l’antica strada che collegava Ariminum con Pitinum Mergens e contava su una presenza stanziale dei romani.
Mazzaferro, Masafer in dialetto gallo-piceno, è il quartiere più periferico di Urbino. Sorge su una collina a circa due chilometri del centro storico. Crocicchia, Tufo, San Cipriano, Maciolla sono le località più vicine al quartiere che è circondato da vallate che degradano dolcemente in direzione nord-nordovest e sud permettendo di ammirare in lontananza il Monte Carpegna, San Leo, San Marino, mentre a sud si scorgono i monti Petralata, Petrano, Catria e Nerone: l’orizzonte è molto ampio e variegato dai tramonti non di rado infuocati, accarezzati da nubi rossastre.
Nome. Sull’origine del nome sono in molti ad interrogarsi. Nelle province di Macerata e Ancona i cognomi Mazzaferro e Mazzuferi sono piuttosto diffusi, mentre non ve ne sono in Comune di Urbino e sembrano derivare dal soprannome e poi nome medievale Mazzuferus, ovvero portatore di mazza ferrata. Non mancano tuttavia i riferimenti a località. Dai documenti di archivio risulta che il 30 dicembre 1475 papa Sisto IV autorizzò il passaggio di alcune terre, site in loco Mazzaferri, a Piero di Parte orefice di Urbino per coprire parte delle spese per la costruzione della cattedrale; il toponimo compare il 21 ottobre 1507 nell’atto testamentario di Don Pietro Paolo Viviani prete di Urbino. Dalle registrazioni civiche delle abitazioni, emerge che l’originario podere di Mazzaferro era dislocato in rispondenza alle attuali case del Tufo. La storia non ignora Mazzaferro. Il quartiere era attraversato, in zona Biancalana, dal percorso romano che collegava Ariminum (Rimini) a Pitinum Mergens (nei pressi dell’attuale Acqualagna). La strada si congiungeva alla via Metaurense proveniente da Urbania e la strada, oggi conosciuta come i Fangacci, faceva da cerniera. Strategicamente importante fu percorsa dall’esercito cartaginese di Asdrubale prima della Battaglia del Metauro nel 207 a.C.. Una conferma viene dal rinvenimento nel 1876 nell’ecclesia di Mazzaferro di due tubi per la conduzione idrica (fisulae aquariae). Le incisioni sulle condutture riportavano misure di lunghezza lineare diverse dal metro impresse su strutture di piombo fuse. Il ritrovamento confermò la presenza stanziale dei romani nel territorio.
Sviluppo. Il nuovo quartiere fu concepito con il 1° Piano Regolatore di Urbino redatto dall’architetto Giancarlo De Carlo che venne approvato nel 1971. Fino ad allora a Mazzaferro si contavano appena 70 abitanti: era considerato un nucleo abitativo e l’attività primaria era l’agricoltura. Allo sviluppo contribuirono noti professionisti quali, oltre a De Carlo, Carlo Aymonino, Gianni Fabbri, Leonardo Benevolo. Nel 2017 a Mazzaferro risultavano 1150 abitanti. Dell’antica chiesa di Santa Maria de Cruce e delle caratteristiche del quartiere si parlerà prossimamente.