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      Home » Vieni fuori 2.0 per essere solo bambini
      Caritas

      Vieni fuori 2.0 per essere solo bambini

      RedazioneDi RedazioneNessun commento4 minuti di lettura
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      Riparte il Progetto “Vieni Fuori” di cui avevamo già parlato da queste colonne. Si tratta di un’iniziativa che coinvolge numerose persone e che gode anche del forte sostegno dell’Arcivescovo monsignor Giovanni Tani. Lo scorso anno “Vieni Fuori” ha permesso a 15 bambini presenti nella località di Ponte Armellina di venir fuori da quel che si potrebbe definire un “ghetto” (Urbino2), per vedere cosa c’è al di fuori del “loro mondo”, come l’ha definito una bambina del gruppo. Ciò che i bambini hanno trovato sono alcune “maestre” che credono in loro, nelle loro capacità e nella bellezza della diversità culturale. Non si tratta solo di aiuto nei compiti o di un luogo differente in cui giocare. Qui i bambini si sentono accolti per quello che sono senza sentirsi discriminati perché pregano in una Moschea e non in una Chiesa o perché le loro famiglie provengono da un altro continente … in questo luogo possono essere semplicemente bambini.

      Aggregazione. Tuttavia nulla di tutto questo sarebbe possibile se, oltre a delle ragazze sognatrici, non si fosse interessata l’Arcidiocesi, aprendo le sue porte e offrendo un posto, uno spazio in cui trascorrere questo tempo insieme e se il caro Don Andreas Fassa non fosse stato così presente e partecipe tanto da instaurare con loro un rapporto di complicità e affetto durante tutto l’anno. Qualcuno potrebbe vedere in questo centro un semplice dopo scuola, ma in realtà è una Chiesa che si apre, una Chiesa che accoglie e abbraccia. Per loro è il cuore trepidante che attende il pulmino, è avere un posto sicuro in più oltre alla loro casa; è gioia perché viene permesso loro di stare insieme e crescere con i propri amici, è sognare e attendere il Grest (GRuppo ESTivo), è avere degli adulti amici e fidati, è essere in luoghi belli che permettono la scoperta di ciascuno: questo è quanto emerso in seguito alla domanda “cosa è stato per te il tempo trascorso insieme fino ad ora”.

      Ascolto. I pilastri di questo progetto vogliono quindi essere il rispetto dell’altro nella sua diversità, l’importanza del conoscersi reciprocamente e del dedicarsi alle attività scolastiche, al fine di prevenirne la dispersione. Potrebbe risuonare come una utopia ma, come recita un proverbio africano, “Se si sogna da soli, è solo un sogno. Se si sogna insieme, è la realtà che comincia.” E gli attori che stanno prendendo parte a questa realtà sono diversi: l’Arcidiocesi con il Progetto Policoro, la Pastorale giovanile, la Pastorale sociale e del lavoro; la Caritas, culla del progetto; il Comune di Urbino; l’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo; il gruppo AGESCI Urbino1, le maestre dell’Istituto Comprensivo G. Pascoli e le maestre di Porto Franco. È evidente come lo strumento della rete voglia porsi come ulteriore pilastro del progetto “Vieni Fuori” che, da solo, non potrebbe garantire tutte le sfaccettature del mondo “fuori” nel quale i bambini sono chiamati.

      Gioco. Le attività sono aperte a tutti i bambini del territorio di Urbino, affinché si creino dei momenti di incontro, di contatto, che vadano oltre le differenze e i blocchi e che consentano ai bambini di misurarsi in diverse situazioni. L’esercizio della tolleranza non è qualcosa di scontato o di semplice, è piuttosto qualcosa da imparare, su cui lavorare e che va stimolato, soprattutto in bambini e ragazzi, dai quali la società si aspetta sempre molto, senza talvolta fornire loro gli strumenti giusti per crescere e guardare al di là del proprio naso.

      Invito. Sono quindi invitate tutte le famiglie con bambini appartenenti a questa fascia d’età a contattarci, per ricevere ulteriori informazioni o iscrivere i propri figli alle attività, al fine di offrire loro un’esperienza diversa per ricchezza e, al tempo stesso, per la moltitudine di situazioni che si troverà a vivere durante il percorso di crescita.

      GIORGIA VALA E EMANUELA FALIERO

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