Finalmente, dirà qualcuno nel Peperoncino si parla di un fatto religioso. Mi spiace, non sono culturalmente attrezzato, persone migliori di me possono farlo. Voglio invece raccontarvi l’avvento laico (notare la minuscola) quello che inizia con l’accensione dell’albero di Natale in piazza, con l’inaugurazione delle casette rosse e della civiltà dei consumi. Quell’avvento che inizia con il Black Friday, il venerdì nero, occasione di sconti favolosi e della prima forte intaccatura alla futura tredicesima. Con l’aiuto della leggenda di Babbo Natale (i regali portati da Gesù bambino son per quelli della mia generazione) figli e nipoti hanno timore che ci sbagliamo ed inondano la casa di cataloghi con giochi elettronici, play station di ogni tipo, telefonini, ed attrezzatura sportiva. Però, questi nipoti sono bravi, cercano di evitarmi ogni fatica suggerendo alla mia scarsa fantasia tutte le varie possibilità e sono anche attenti alla mia generosità che spesso è come l’elastico della biancheria intima, si allunga e si accorcia a seconda dei momenti.
Voglio dire che ho notato come i prezzi degli oggetti proposti siano di gamma molto ampia. “Al vostro buon cuore” sembrano dire. Tornando ai simboli invece, si deve notare come la nostra civiltà abbia profonde radici cristiane: il ‘Black Friday’ è l’ultimo venerdì prima dell’Avvento, il vestito rosso di Babbo Natale ricorda il rosso vescovile di San Nicola, che emigrato a Nord e cambiato nome in Santa Klaus, è tornato nelle vesti di un barbone panciuto che guida le renne, Il laico albero della piazza si accende la prima domenica di Avvento. I tre Re Magi (di cui uno nero) sono i migranti che generosamente accogliamo. Chi ha detto che non c’è più religione?
Alvaro Coli