Fano
di Redazione
“I temi della salute e della vita sono un terreno sacro, sempre; hanno bisogno di riflessione, silenzio e vicinanza”. Lo ha affermato il Vescovo Armando che, sabato 5 febbraio nella parrocchia di San Paolo Apostolo al Vallato, ha presieduto la Veglia per la Vita, un momento di preghiera e di ascolto di intense testimonianze di persone che, nell’esperienza di custodire la vita in ogni suo aspetto, hanno toccato con mano la presenza di Dio. A introdurre la Veglia, organizzata dall’Ufficio Diocesano di Pastorale Familiare in collaborazione con Consultorio Associazione La Famiglia, Centro di Aiuto alla Vita Fano e Movimento per la Vita Fano, il vicario pastorale don Francesco Pierpaoli che ha guidato il momento di preghiera. “Il mistero di Gesù che si incarna – ha sottolineato don Francesco – ci aiuta a riconoscere che Cristo è già presente dove qualcuno si prende cura”. Il Vescovo Armando, nel ribadire che momenti come la Veglia ci aiutano a riprendere in mano anche la nostra vita, a saperla custodire, ad amarla, a leggerla positivamente, ha fatto riferimento all’immagine degli angeli che hanno due ali per volare, mentre gli uomini ne hanno una sola e hanno bisogno di qualcuno che si faccia loro compagno di strada. “La Chiesa ha l’obbligo morale di essere l’ala di sostegno prendendo anche il volto di qualcuno”.
La parola, poi, alle testimonianze, quella di Stefania e Deborah che seguono lo sportello di sostegno a domicilio per persone affette da demenza supportando le famiglie e costruendo con loro un percorso, quella di Elisa che ha aderito al progetto del Centro di Aiuto alla Vita “Adozione mamma” che si prende cura, anche economicamente, delle mamme che stanno per accogliere una nuova vita, della gioia di sapere di essere partecipe, in qualche modo, di una nuova nascita. Suor Catherine, volontaria presso la casa di reclusione di Fossombrone, ha dato voce alle parole dei carcerati, in particolare di un ergastolano che testimonia come la cura degli altri gli ha dato forza e speranza anche in un contesto estremamente difficile. Estremamente toccanti le testimonianze di Romina, mamma di un bambino affetto da una grave forma di autismo, e dei coniugi Rossana e Angelo, genitori di due bambine di cui una, Gemma, affetta da trisomia 13 incompatibile con la vita, morta poche ore dopo la nascita. Nelle loro parole la difficoltà di vivere quelle situazioni, ma la certezza della presenza costante del Signore nelle loro vite. “In tutte le nostre scelte – ha affermato Romina – c’è stata l’impronta di Dio che ci ha indicato il cammino da seguire”.