Fano
di Redazione
Si è soffermato sul tema dell’andare, prendendo spunto dal Vangelo di Luca (9,1-6), il Vescovo Armando che, sabato 29 gennaio nella parrocchia Santa Maria Goretti a Sant’Orso, ha presieduto la Preghiera per la Pace, promossa dalla Diocesi di Fano Fossombrone Cagli Pergola, dall’Azione Cattolica Diocesana, dalla Caritas Diocesana, dalla Comunità Papa Giovanni XXIII, dal MIR (Movimento Internazionale della Nonviolenza), dall’Ufficio Diocesano per la Pastorale Sociale e il Lavoro e dal CMD (Centro Missionario Diocesano)
Missione. “Al tempo di Gesù – ha messo in evidenza il Vescovo – c’erano diversi movimenti di rinnovamento: esseni, farisei, zeloti. Anche loro cercavano un nuovo modo di convivere in comunità e avevano i loro missionari. Ma costoro, quando andavano in missione, erano prevenuti, portavano bastone e bisaccia per mettervi il proprio cibo. Non si fidavano del cibo che non sempre era puro. Al contrario degli altri missionari, i discepoli di Gesù riceveranno raccomandazioni diverse che ci aiutano a capire i punti fondamentali della missione di annunciare la Buona Novella: devono andare senza niente. Ciò significa che Gesù li obbliga a confidare nell’ospitalità, perché chi va senza niente, va perché confida nella gente e pensa che sarà ricevuto. Con questo atteggiamento loro criticano le leggi di esclusione, insegnate dalla religione ufficiale, e mostrano, mediante una nuova pratica, che avevano altri criteri di comunità; secondo punto fondamentale nella missione dovevano rimanere nella prima casa, fino a ritirarsi dal luogo cioè, dovevano convivere in modo stabile e non andare di casa in casa. Dovevano lavorare con tutti e vivere di ciò che ricevevano a cambio perché l’operaio ha diritto al suo salario. Con altre parole, loro devono partecipare alla vita e al lavoro della gente e la gente li accoglierà nella sua comunità e condividerà con loro casa e cibo. Ciò significa che devono aver fiducia nella condivisione. Ciò spiega anche la severità della critica contro coloro che rifiutano il messaggio: scuotere la polvere dei piedi, come protesta contro di loro, perché non rifiutano qualcosa di nuovo, bensì il loro passato; devono curare i malati e scacciare i demoni cioè devono svolgere la funzione del difensore e accogliere nel clan, nella comunità, gli esclusi. Con questo atteggiamento criticano la situazione di disintegrazione della vita comunitaria del clan ed indicano sbocchi concreti. L’espulsione di demoni è segno della venuta del Regno di Dio; devono mangiare ciò che la gente dà loro: non potevano vivere separati con il loro cibo, ma dovevano accettare la comunione con gli altri, mangiare con gli altri. Ciò significa – ha proseguito il Vescovo – che nel contatto con la gente, non devono aver paura di perdere la purezza così come era stato loro insegnato. Con questo atteggiamento criticano le leggi di purezza in vigore ed indicano, per mezzo della nuova pratica, che possiedono un altro accesso alla purezza, cioè, l’intimità con Dio. Questi erano i quattro punti fondamentali della vita comunitaria che dovevano marcare l’atteggiamento dei missionari e delle missionarie che annunciavano la Buona Notizia di Dio in nome di Gesù: ospitalità, condivisione, comunione ed accoglienza degli esclusi. Se si risponde a queste quattro esigenze, allora è possibile gridare ai quattro venti “Il Regno è venuto!””.
Difensori. Poi rivolgendosi ai giovani li ha invitati a diventare difensori, a non stare mai con i prepotenti, a essere accoglienti e ospitali.