Fano
di Redazione
“Esistono due modi di porsi dinanzi alla Parola di Gesù: ascoltarla e tradurla in vita, come fa l’uomo lungimirante, oppure ascoltarla senza tradurla in gesti concreti, come fa chi, al contrario, è superficiale. Ascoltare le parole di Gesù e metterle in pratica è criterio di solidità e di stabilità”.
Casa sulla roccia. Queste le parole del Vescovo nell’omelia della Santa Messa, celebrata nella parrocchia di San Paolo Apostolo al Vallato nel rispetto delle norme anti – Covid trasmessa in diretta sulla pagina facebook della Diocesi e sul sito diocesano, in occasione del ritiro del Clero di Avvento, parole incentrate sulla casa costruita sulla roccia. “L’idea della fragilità e della solidità della vita umana è resa mediante l’antitesi tra la casa costruita sulla roccia, da chi sa vedere lontano e oltre i bisogni immediati e quella costruita sulla sabbia, di chi vive immerso nella mentalità del provvisorio. La fede operosa costruisce sulla roccia, simbolo di solidità e stabilità; la fede “pigra” invece costruisce sulla sabbia, simbolo di inconsistenza e fragilità. Gesù, parlando di “casa”, intende la costruzione del nostro essere, della nostra personalità, di tutta la struttura che comprende anima e spirito, che può essere diversa, una volta incontratolo, da quella che avevamo prima. Costruire su Cristo e con Cristo significa costruire su un fondamento che si chiama amore crocifisso, costruire con Qualcuno che, conoscendoci meglio di noi stessi, ci dice: “Tu sei prezioso ai miei occhi… sei degno di stima e io ti amo… Non temere, perché io sono con te” (Is 43,4-5), costruire con Qualcuno che è sempre fedele, anche se noi manchiamo di fedeltà, “perché egli non può rinnegare se stesso” (2 Tm 2,13), costruire con Qualcuno che si china costantemente sul cuore ferito dell’uomo, costruire con Qualcuno che, dall’alto della Croce, stende le sue braccia per ripetere per tutta l’eternità. Non bisogna aver paura di puntare su Cristo. Costruire sulla roccia – ha sottolineato il Vescovo – significa anche costruire su Qualcuno che è stato rifiutato. San Pietro parla ai suoi fedeli di Cristo come di una “pietra rigettata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a Dio” (1Pt 2,4)”.
Speranza. E ancora una parola di speranza. “Gesù dice che, nonostante lo scatenarsi degli elementi, la casa non è crollata, perché era fondata sulla roccia. In questa parola c’è una straordinaria fiducia nella forza del fondamento, la fede non teme smentite perché confermata dalla morte e risurrezione di Cristo. “Ecco, io pongo in Sion una pietra angolare, scelta, preziosa e chi crede in essa non resterà confuso” (1 Pt 2,6). La tentazione dello scoraggiamento e della sfiducia è anche nostra, quando ci troviamo ad affrontare momenti difficili ed è anche nostra in questi tempi di pandemia. Accade che ci chiediamo se Dio c’è, se non si è dimenticato di noi, con tutto quello che segue.
La fede è messa alla prova. Che cosa significa credere in tempi come questi? La fede – ha concluso il Vescovo – è sempre la certezza incrollabile che Dio è all’opera e sta intervenendo, anche mentre io sono nell’oscurità e nella prova, quando la mia fatica sembra inutile e perfino quando tutto sembra finito e senza speranza”.