Viste le disposizioni del decreto – legge 23 febbraio 2020 n. 6 recante la misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID 19 il primo Quaresimale guidato dal Vescovo, che doveva tenersi lunedì 2 marzo nella Basilica di San Paterniano, è stato invece registrato e trasmesso on line sul sito della Diocesi (www.fanodiocesi.it).
L’incontro. La meditazione del primo Quaresimale si è incentrata sul tema dell’incontro, l’incontro con la Samaritana. “La bella immagine della “sete” – ha sottolineato il Vescovo – pervade questo brano: la sete di Gesù al pozzo, quella della Samaritana che vorrebbe dissetarsi in modo tale da non dover più attingere acqua. E’ il bisogno dell’uomo di un assoluto “la sorgente che zampilla per la vita eterna”. Quella di Gesù era sete non tanto di acqua , ma di incontrare un’anima inaridita. Gesù aveva bisogno di incontrare la Samaritana per aprirle il cuore: le chiede da bere per mettere in evidenza la sete che c’era in lei stessa. La donna – ha proseguito il Vescovo – rimane toccata da questo incontro: rivolge a Gesù quelle domande profonde che tutti abbiamo dentro, ma che spesso ignoriamo. Anche noi abbiamo tante domande da porre, ma non troviamo il coraggio di rivolgerle a Gesù! La Quaresima è il tempo opportuno per guardarci dentro, per far emergere i nostri bisogni spirituali più veri, e chiedere l’aiuto del Signore nella preghiera. L’esempio della Samaritana ci invita ad esprimerci così: “Gesù, dammi quell’acqua che mi disseterà in eterno”.
Il dialogo. Il Vescovo si è poi soffermato sul dialogo tra Gesù e la Samaritana. “La Samaritana ha il coraggio di dialogare in modo vivace con Gesù cercando di capire, esponendo i propri dubbi e rispondendo anche polemicamente alle sue domande ed è comunque stupita della sue parole. Così è la nostra esperienza di fede: un dialogo continuo con Dio anche quando non si capisce pienamente. Uno stupirsi per quello che questo dialogo (preghiera) ci rivela pian piano convertendoci. Il Signore oggi vuole donarci l’acqua viva, l’amore che salva, che ravviva e dà la vita eterna. Certi incontri ci cambiano la vita. Lasciamoci incontrare da Cristo. A volte siamo stanchi, delusi, confusi, sediamoci al pozzo e sentiamoci risollevare da Lui”.
Lasciare l’anfora. E ancora l’invito a lasciare la nostra anfora, quell’anfora che pesa e che ci allontana da Dio. “In questo Vangelo troviamo anche noi lo stimolo a “lasciare la nostra anfora”, simbolo di tutto ciò che apparentemente è importante, ma che perde valore di fronte all’ “amore di Dio”. Tutti ne abbiamo una, o più di una ! Domando a me e a voi: “Qual è la tua anfora interiore, quella che ti pesa, quella che ti allontana da Dio?”. Lasciamola un po’ da parte e col cuore sentiamo la voce di Gesù che ci offre un’altra acqua che ci avvicina al Signore. Siamo chiamati a riscoprire l’importanza e il senso della nostra vita cristiana, iniziata nel Battesimo e, come la Samaritana, a testimoniare ai nostri fratelli. Che cosa? La gioia! Testimoniare la gioia dell’incontro con Gesù, perché ogni incontro con Gesù ci cambia la vita, e anche ogni incontro con Gesù ci riempie di gioia, quella gioia che viene da dentro. E così è il Signore. E raccontare quante cose meravigliose sa fare il Signore nel nostro cuore, quando noi abbiamo il coraggio di lasciare da parte la nostra anfora”.