“La libertà non è star sopra un albero
Non è neanche il volo di un moscone
La libertà non è uno spazio libero
Libertà è partecipazione”
È a partire da queste parole tratte dal brano “La libertà” di Giorgio Gaber del 1972 che è inziata la due giorni educatori ACR dal titolo-provocazione “È la partecipazione giusta” tenutasi il 23 e 24 novembre a Villa Bassa del Prelato.
Partecipazione. Partecipazione dunque come tema centrale di riflessione, argomento sempre attuale e mai scontato, suggerito come atteggiamento da adottare anche dal nostro pontefice Papa Francesco in diverse occasioni ai giovani cristiani.
Educazione. Ma perché è così importante partecipare per un cristiano coinvolto in un servizio di educazione dei più piccoli? E soprattutto come è possibile farlo? Sono questi gli interrogativi che hanno fatto da filo conduttore alla due giorni educatori ACR, alla quale hanno partecipato più di una ottantina di persone fra “giovani” e “meno giovani” educatori della diocesi.
Nel pomeriggio del sabato ci hanno aiutato a presentare e ad affrontare questo argomento Padre Natale Brescianini, monaco camaldolese che dal 2007 vive all’Eremo di Monte Giove, e Giovanni Meletti, esperto contabile e padre di famiglia, che si sono alternati in un botta e risposta sulle domande-guida pensate per loro dall’equipe.
Per Padre Natale partecipazione è, da una parte, libertà per aprirsi all’altro, per far vibrare l’altro. Dall’altra parte, partecipazione è verità, ovvero un processo per cui compiamo una ricerca, un percorso attraverso il quale cerchiamo come ogni uomo di raggiungere la felicità.
A Giovanni Meletti è stato domandato invece, dopo la lettura di alcuni versetti della lettera di San Paolo Apostolo agli Efesini, come la Chiesa e Dio ci chiedono di partecipare. “Siamo nati, quindi partecipiamo” è così che Giovanni ci ha voluto suggerire che, secondo lui, dal momento in cui Dio ci chiama alla vita, ci include nel Suo progetto, allora partecipiamo.
Dio è domanda. Anche se difficile, ognuno di noi deve scoprire da sé qual è il miglior modo per partecipare, così come ognuno di noi deve trovare da solo le risposte alle domande che Dio fa, perché, “non pensate che Dio ci dia tutte le risposte di cui abbiamo bisogno, Dio è domanda”, ci svela Padre Natale.
Scoperta. “Per il nostro cammino di fede abbiamo bisogno di punti di riferimento che non riusciamo facilmente a trovare”. Direttamente dalle parole dei ragazzi dell’ACR si evince la necessità di avere accanto delle figure più grandi che accompagnino loro alla scoperta di sé e della loro fede. Ci chiedono di essere per loro come fratelli e sorelle maggiori, persone di cui fidarsi, persone alle quali chiedere consiglio, con le quali confidarsi ed esprimere la propria opinione, persone da cui prendere spunto, essenzialmente ci chiedono di essere presenti.
Accompagnare. Quella che facciamo con i ragazzi è una scommessa: accompagniamo loro nel cammino, ma non possiamo pretendere di sapere che progetto Dio ha per loro.
Noi educatori dobbiamo imparare a tenerci da parte per lasciar essere i ragazzi. Ricordiamoci di evitare di essere troppo amici degli ACRini, di non programmare nulla di fretta e senza sussidi, di fare le cose per noia e abitudine, di vivere in modo mediocre la spiritualità.
Perché i ragazzi ci stanno a cuore. Appassioniamoci. Partecipiamo.