I docenti e il personale tutto che lavorano con retta coscienza nella scuola hanno una consapevolezza: la consapevolezza che motivo del nostro impegno (come educatori e professionisti) sono essenzialmente loro, gli studenti, la loro formazione personale e crescita umana attraverso il processo della loro istruzione; potremo poi noi mancare a causa dei nostri limiti soggettivi (e dei limiti oggettivi dei mezzi a nostra disposizione), ma certamente questa è la nostra tensione professionale e morale.
Ora, questa nostra intenzione deve fare i conti con una situazione, con una realtà oggettiva che, sino a pochi giorni fa, mai avremmo creduto di incontrare. Infatti, come ormai noto, nell’imminenza dell’inizio delle lezioni le competenti autorità (Provincia e Comuni di Fano e Urbino) hanno disposto la chiusura di alcuni edifici scolastici del territorio, cogliendo davvero di sorpresa noi operatori della scuola. La decisione ci è stata comunicata dalla Provincia (ente cui sono affidati dalla legge gli edifici degli istituti scolastici secondari di secondo grado) a seguito dei risultati di un’indagine sulla tenuta statica degli edifici stessi condotta nel corso dell’anno scolastico 2018/19: analisi che ha messo in evidenza non tanto il rischio di crollo dell’edificio, quanto la presenza di materiali che sono molto lontani dal garantire gli attuali standard di sicurezza in caso di eventi particolarmente critici.
Le criticità strutturali degli edifici erano state monitorate dai tecnici nel passato e non si riteneva potessero risultare di tale portata; così come, da parte loro, le scuole, nelle sedi opportune, avevano sempre fatto il possibile per garantire la sicurezza e sollecitare gli interventi necessari. Oggi, però, siamo di fronte a qualcosa di cui in passato non si disponeva: un risultato ufficiale, frutto di un’analisi scientifica realizzata in seguito ad una serie di finanziamenti ad hoc di cui la Provincia ha potuto fruire; e questo risultato fa scattare un allarme, che non può essere sottovalutato, a maggior tutela della sicurezza di tutti.
Dobbiamo dunque prendere atto della decisione presa dagli Enti Locali competenti, non perderci in polemiche e collaborare fattivamente per un comune obiettivo: garantire un’offerta formativa ai nostri studenti in piena sicurezza, ricercando le migliori soluzioni possibili. Da questo punto di vista, il nostro primo impegno è quello di stimolare gli enti locali (cui compete per legge individuare le soluzioni logistico-abitative), affinché possa venir garantita un’attività didattica rispettosa dei tempi e delle esigenze di studenti e famiglie. Con tale intenzione abbiamo chiesto con forza che nell’immediato le lezioni possano svolgersi in luoghi alternativi in orario antimeridiano, fino a che non sarà realizzata una nuova collocazione più definitiva nel medio-lungo periodo; l’ipotesi della turnazione (ovvero lo spostamento delle lezioni nel pomeriggio in altri edifici scolastici), ancorché forse più facile da gestire sul piano organizzativo, resta per noi l’extrema ratio in quanto siamo consapevoli di tutte le problematiche che ne scaturirebbero per famiglie e studenti. Questa nostra posizione è condivisa all’interno del “tavolo” provinciale con Provincia, Comune, Uffici scolastici, Scuole e con il supporto della Prefettura; si tratta di un tavolo permanente, che si sta incontrando in questi giorni di continuo. Speriamo, perciò, possano aprirsi scenari favorevoli molto presto, anche se ciò comporta uno slittamento nella data d’inizio delle lezioni.
Infine un’ultima considerazione. Come ho scritto in una lettera inviata a famiglie e studenti, vorrei cercare di valorizzare, pur nella situazione indubbiamente difficilissima in cui ci siano trovati, tre aspetti positivi. Il primo: a differenza di altre tristi vicende che la cronaca ci ha fatto conoscere, noi, seppur con tempistiche infelici, siamo stati messi nella condizione di evitare un eventuale pericolo futuro; il secondo: di qui a qualche tempo, potremo offrire alla città ed a nuovi studenti del nostro territorio un nuovo edificio scolastico con spazi e ambienti di apprendimento all’avanguardia; il terzo (rivolto in specie al personale scolastico): di fronte alle difficoltà, seppur molto gravi come lo è questa, è possibile reagire in negativo con frustrazione e rancore, oppure in modo positivo, facendo corpo, alzando il livello della condivisione e collaborazione, rinnovando spirito di unità e determinazione; è quest’ultima la strada che – mi auguro – tutti si possa seguire.
SAMUELE GIOMBI ( dirigente scolastico Liceo Nolfi-Apolloni di Fano)