Verrà presentata il prossimo giovedì 27 luglio l’associazione di volontariato “Piattaforma Solidale” che ha come oggetto principale l’istituzione e la gestione di un registro informatico della solidarietà. A spiegare il funzionamento di questa novità assoluta, anche nel panorama nazionale, è il presidente Massimo Domenicucci, molto conosciuto a Pesaro per il suo impegno e la competenza nell’ambito della disabilità.
“Piattaforma Solidale”, perché un’altra onlus nel variegato mondo delle associazioni di Pesaro?
Perché mi sono accorto che spesso la nostra città disperde energie e tempo per inseguire cose poco concrete con la conseguenza che le famiglie che vivono situazioni di disabilità sono costrette ad affrontare numerose carenze di tipo socio-sanitario. “Piattaforma Solidale” viole mettere in contatto direttamente chi ha bisogno con la voglia di solidarietà che esiste nella nostra città. Il tutto senza mediazioni partitiche nè tanto meno ideologiche.
Come nasce questa sua intuizione?
Nasce dall’esperienza di una vita intera passata sul fronte della disabilità, stimolato nel 2015 dalla volontà del Comune di istituire un registro del testamento biologico. Come presidente di Anmic e Fand regionale mi sono incontrato tante volte con decine di associazioni già attive nel mondo della solidarietà e insieme abbiamo provato a dialogare con le istituzioni per far capire che, prima di pensare al fine vita delle persone che vivono la situazione della disabilità grave e gravissima, il dovere di Pesaro è di impegnarsi per la vita. Cose concrete come ad esempio le cure palliative o la legge sul “Dopo di noi”. Ma soprattutto una città deve far sentire a chi non ce la fa più che le istituzioni non ti abbandonano. Se il registro del testamento va in direzione della morte, il registro della solidarietà è diametralmente opposto.
Di recente qualche politico di Pesaro ha detto che, con il registro del testamento biologico, la nostra città si “allinea alle comunità italiane più evolute”.
Rispetto le parole di ciascuno ma torno al discorso della differenza tra parole e fatti concreti. Oggi un cittadino di Pesaro in stato di minima coscienza è costretto la lasciare la propria casa per curarsi in città meglio organizzate. Non esiste ad esempio dalle nostre parti una struttura domiciliare protetta per il sostegno e cure riabilitative a persone con gravi cerebrolesioni acquisite.
Per me l’evoluzione è farsi carico dell’altro non la falsa compassione che alimenta la cosiddetta cultura dello scarto soprattutto tra i ragazzi.
Come funzionerà il registro della solidarietà?
Sarà un archivio informatico che stiamo sviluppando attraverso la creazione di una app che permetterà a tutti i cittadini di Pesaro, ma anche a professionisti, associazioni e aziende, di mettere a disposizione in maniera saltuaria o continuativa, competenze e capacità specifiche che possano servire al benessere della comunità. Tutte le persone che vogliono offrire parte del proprio tempo libero, forniranno il proprio nominativo indicando anche le attività che si sentono in grado di poter svolgere.
Semplice nella teoria ma in pratica? A che punto siete?
Sono stati fatti passi da gigante. Ora si tratta di gestire bene la domanda e l’offerta di solidarietà, coinvolgendo anche la Regione Marche per l’attività di formazione dei volontari. Ad oggi abbiamo già acquistato il dominio piattaformasolidale.it e da qualche giorno siamo ufficialmente una Onlus regolarmente iscritta al CSV delle Marche.
Chi fa parte di questa associazione e come vi sostenete?
Al momento vi sono decine di persone, uomini e donne provenienti da svariati ambiti professionali e con un’età media piuttosto giovane. Nel direttivo abbiamo avvocati, medici, bancari, docenti, pensionati, dipendenti pubblici e privati ma, per precisa scelta, nessun tesserato in partiti politici. Abbiamo coinvolto anche un broker assicurativo per la copertura dei rischi legati all’attività dei volontari. Per i finanziamenti, oltre alle sottoscrizioni sociali, possiamo contare su partner privati del territorio che hanno capito la bontà dell’iniziativa. Ma speriamo che si possa innescare un circolo virtuoso che porti il maggior numero possibile di pesaresi a utilizzare questo registro solidale. Ci rivolgiamo anche ad aziende ed enti che potrebbero offrire gratuitamente e temporaneamente il know-how tecnico e le competenze manageriali per consulenze, corsi di formazione, raccolta e incrocio dei dati acquisiti.
Insomma una sfida enorme.
Ma che ci vede tutti molto appassionati. Pesaro, oltre ad essere la città della musica e della bicicletta, potrebbe diventare anche quella della solidarietà. Quella concreta che ha il sapore della vita ed ha a cuore il bene dell’altro.
A cura di R.M.