Perché il comune di Pesaro dovrebbe monopolizzare il tema della cultura? Perché invece di garantire l’iniziativa privata, come ci si aspetterebbe in uno Stato liberale, appare piuttosto interessato a scrollarsi di dosso il sano principio di sussidiarietà per imporre la propria “visione strategica” su un tema così delicato? Perché questo braccio di ferro con la città? Sono queste le domande che il nostro giornale ha raccolto dal variegato mondo cattolico della città e che ci sentiamo di rivolgere all’amministrazione pesarese sulla questione della Fondazione Ente Olivieri. Qualcosa evidentemente è andato in tilt con la conseguenza che, negli ultimi giorni, si stanno fronteggiando due schieramenti contrapposti. Da una parte il Comune e dall’altra il consiglio oliveriano sostenuto anche da numerose ed autorevoli voci della cultura nazionale e locale e da tanti “semplici” cittadini. Al centro della diatriba ci sono le modifiche statutarie dell’Ente Olivieri che il Comune, in qualità di fondatore dell’Ente, vorrebbe trasformare per farlo rientrare nelle politiche culturali del Comune di Pesaro. Una governance simile al Rof, dove il sindaco presiede il consiglio di amministrazione.
Il punto è che l’attuale Cda dell’Ente, presieduto da Riccardo Paolo Uguccioni, ha deciso di non ratificare la richiesta del Comune, forte del testamento di Annibale degli Abbati Olivieri (tutt’ora valido) che prevede l’autonomia dell’istituzione culturale, tra le più antiche della città. Infatti l’Olivieri (1708-1789) aveva pensato di lasciare il suo intero patrimonio ai pesaresi e non alla municipalità: “in vantaggio alla mia Patria ed ai miei Cittadini”. Avrebbe potuto scegliere la diocesi, visto il suo forte legame con la Chiesa locale e il papato ma la sua idea fu precisa: lasciare tutto alla comunità, ai suoi concittadini senza privilegiare posizioni di parte.
Per arrivare ad una soluzione del problema si è svolto, lo scorso 15 maggio, un incontro con il prefetto, Luigi Pizzi. Infatti la legittimità delle eventuali modifiche statutarie, per essere efficaci, devono ricevere l’approvazione prefettizia. Presenti il vicesindaco, Daniele Vimini, il presidente dell’Ente Olivieri, Riccardo Paolo Uguccioni, il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro, Marco Cangiotti, e, in rappresentanza della Provincia di Pesaro e Urbino, Andrea Pacchiarotti (anche Provincia e Fondazione Carisp risultano infatti fondatori dell’Ente Olivieri). Il Prefetto si è riservato di acquisire, nei prossimi giorni, il parere dei competenti Uffici del Ministero dell’Interno. Ma anche i rappresentanti degli Enti interessati hanno, a loro volta, preannunciato l’acquisizione di analoghi pareri da parte di professionisti privati. Al momento la situazione è in stallo. La differenza potrà farla la voce della città, non dei partiti al governo né all’opposizione: in ballo però non c’è solo la tradizione storico-culturale dell’Ente Oliveriano ma anche l’autonomia della cultura di questa città dal controllo politico.