Voglio partire dicendo che sono tornato assolutamente cambiato da questa esperienza, un popolo fantastico, un clima fraterno e delle esperienze spirituali e materiali che mi hanno segnato. Avevo scelto di fare la settimana in più di gemellaggio oltre alla settimana della Gmg. Sono partito con l’idea di non dovermi aspettare assolutamente niente da questo viaggio, anche perché non avevo mai partecipato a un Gmg, eppure appena toccata la terra brasiliana subito ci è stata regalata un’atmosfera d’accoglienza splendida. Ragazzi e ragazze brasiliani in aeroporto che ci hanno accolti con canti, balli e giochi. Abbiamo passato i primi due giorni ospiti della parrocchia di don Rodrigo (il parroco) e di don Ronaldo e con loro abbiamo condiviso tutto in un rapporto molto bello e diverso dal consueto. La sera del secondo giorno siamo stati ospitati presso una famiglia, io sono capitato con Andrea Mazzoli (anche lui di Pesaro), in una favelas brasiliana per dormire. Anche questa è stata un’esperienza unica e inimitabile, famiglia assolutamente speciale, ci è stata data una camera in una baracca vicino alla loro casa e qua è successo quello che personalmente mi ha colpito di più.
La famiglia era povera e viveva in pochissimi metri quadrati, eppure la donna che ci ospitava ci ha detto che in caso non ci sentissimo sicuri nella baracca, ci avrebbero lasciato la casa loro. Ovviamente non abbiamo accettato. Siamo stati tre giorni presso la famiglia brasiliana senza rivedere i nostri amici, ci siamo incontrati con loro dopo una messa al termine della quale la donna che ci ospitava ha detto: “ragazzi, grazie per tutto quello che mi avete regalato, rimarrete sempre nel mio cuore come figli”. Durante la settimana di Gmg vera e propria abbiamo fatto alcuni giri turistici e partecipato alle varie funzioni quali la Via Crucis, la veglia e la S. messa d’apertura e di chiusura. Quello che mi ha colpito di più è il rapporto che avuto con le persone di tutto il mondo. Spesso non ci si capiva ma si sentiva un rapporto molto fraterno. L’immagine che mi porterò personalmente sempre dietro, oltre alle bellissime parole del Papa, è quella dei 3 milioni di persone su una spiaggia come Copacabana, persone che collaborano fra loro e che sotto una stessa convinzione e sotto una stessa fede stanno benissimo insieme, pur non conoscendosi. Amavo girare tra i vari popoli, e mi sentivo in perfetta sintonia con tutti ed è stato assolutamente affascinante scoprire mondi e condividere usanze di tutto il mondo. Un’esperienza unica inimitabile che, seppur vista in tv, è impossibile da descrivere oggettivamente per quello che è, se non la si vive in prima persona. Io l’ho vissuta ringrazio che mi è stata data questa occasione. Per questo raccomando a chiunque di provare a viverne una.
Alessandro Bizzarri