Il tema del quarto Quaresimale guidato dal Vescovo Armando è stato l’annuncio. “Il nostro Dio non resta nel cielo, dicendoci quello che dobbiamo fare attraverso la Parola, attraverso le mediazioni umane come quelle della Chiesa, per poi lasciarci alla nostra iniziativa. Il nostro Dio – ha proseguito il Vescovo – è un Dio che ci viene incontro e ci parla, perché l’amore di Dio, lo Spirito Santo, cioè Dio stesso, è stato versato nei nostri cuori. Se vogliamo incontrarlo è nel nostro cuore che dobbiamo ritornare, perché – come dice ancora Gesù in questa pagina del Vangelo – viene l’ora, ed è questa, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità. L’incontro decisivo è riconoscerlo come il Messia, il Salvatore del mondo. Siamo chiamati ogni volta a toglierci “una pelle dopo l’altra”, finché non viene fuori la nostra realtà più vera”.
Resistenze. Il Vescovo si è, poi, soffermato sulle resistenze nascoste dell’uomo, le più pericolose perché sono quelle che non si fanno vedere. “La ricerca di Dio da parte dell’uomo corre il pericolo di rinchiudersi in sé stessa, è sempre minacciata e di queste resistenze mette lucidamente a nudo le radici, è l’incomprensione. L’uomo abbandonato a se stesso non è capace di capire la parola di Dio. Si ritrova solo, non sa vedere il futuro, fermo nel cammino della sua vita. Quante resistenze!? “La tua grazia vinca le resistenze del peccato. “Le resistenze nascoste” sono le più pericolose perché sono quelle che non si fanno vedere. “Ognuno di noi ha il proprio stile di resistenza nascosta alla grazia. Bisogna però trovarlo e metterlo davanti al Signore, affinché lui lo purifichi. E’ la resistenza di cui Stefano accusava i Dottori della Legge: resistere allo Spirito Santo mentre volevano apparire come se stessero cercando la gloria di Dio. La “resistenza alla croce” e la “resistenza al Signore” – ha sottolineato il Vescovo – non porta alla redenzione ma al contrario porta alla perdizione. Non bisogna aver paura ma chiedere aiuto al Signore riconoscendosi peccatori. Le resistenze sono sempre frutto del peccato originale che noi portiamo.
Ricerca di Dio. Il Vescovo, inoltre, ha messo in evidenza come la tentazione di chi cerca Dio è sempre rinchiudere il dono di Dio dentro la propria attesa. Non riesco a mettermi in ascolto di quanto Lui vuole dirmi e darmi. “Dobbiamo incidere nel nostro cuore le parole di Gesù: “Sono Io, che parlo con te”. Nel momento della preghiera fermarci e sapere che Lui ci attende e vuole condurci a riconoscere per chi Egli è veramente. Gesù non si lascia rinchiudere nelle attese dell’uomo, anzi le dilata. Gesù amplia il desiderio nel cuore dell’uomo, perché Lui possa riempirlo e così il cuore dell’uomo diventa un’abitazione di Dio. La Samaritana cerca di interpretarlo con le tradizioni del suo tempo. La ricerca della donna è chiusa nel passato, a volte lo è anche per noi.
Gesù costringe la donna a guardare il futuro, prendere coscienza che nel mondo è arrivata la novità e questa rinnova il problema dalle fondamenta. E’ la risposta ai tuoi tempi. Dio è sempre attuale.
Lui è sempre presente, ti aiuta ad uscire dai tuoi schemi, dalle tue abitudini.
Gesù ti dice: “Sono io, che parlo con te”. Vuoi lasciare la tua anfora? Le tue tradizioni? Tutti i tuoi schemi per riconoscermi e accogliermi? Gesù ci chiede di lasciare la nostra anfora. La samaritana deve accorgersi che il futuro che spera è già iniziato. Siamo chiamati a farlo anche noi”.
Il video del quarto Quaresimale è disponibile su www.fanodiocesi.it