Un viaggio nell’Italia che non ha paura, nell’Italia che accoglie prima di tutto con il cuore, un viaggio tra i piccoli borghi per raccogliere voci e testimonianze. E’ questo il filo conduttore di Porte Aperte (edizioni Piemme), il libro di Mario Marazziti, portavoce della Comunità di Sant’Egidio, presentato, venerdì 31 gennaio, nella Sala di Rappresentanza della Fondazione Cassa di Risparmio di Fano.
Corridoi umanitari. “Porte aperte – ha sottolineato Giorgio Magnanelli moderatore dell’incontro – è davvero un viaggio straordinario nell’Italia che ha fatto rete e che ha accolto oltre tremila rifugiati arrivati con i corridoi umanitari, un progetto pilota alternativo ma sicuro per portare nel nostro Paese persone che fuggono dalla guerra e che sono particolarmente vulnerabili”.
Magnanelli, prima di passare la parola all’autore del libro, ha mostrato ai presenti un video – testimonianza dei rifugiati nei campi profughi.
Comunità. A seguire l’intervento dell’autore. “Siamo in un’Italia – ha esordito Marazziti – dove c’è molta solitudine, dove prevale l’individualismo, l’idolatria di farcela sempre da soli senza bisogno di aiuto. In questa situazione tutto fa più paura, una paura che è diventata la scorciatoia imposta da una narrazione che non corrisponde alla realtà, una paura creata da banali operazioni di linguaggio. Proprio per questo è sempre più necessario fare comunità. Il libro – ha proseguito Marazziti intervallato da alcune pagine proprio del suo libro lette dall’attore Marco Florio e da Cristina Nicolini – dimostra che se da uno si diventa due tutto diventa possibile e che la vita può essere piena di entusiasmo e non di rassegnazione, è un libro che racconta ciò che non è stato raccontato, fino a questo momento, sui corridoi umanitari. L’accoglienza nasce ancora prima del loro arrivo e, nelle mie ventinove tappe di viaggio, ho cercato italiani che si sono messi a disposizione per accoglierli. Ho scoperto piccoli borghi ricchi di storia, ma anche di una straordinaria umanità e spero, con le pagine del mio libro, di aver comunicato la bellezza di questa Italia. Ho trovato il segreto di come rimanere umani”. Marazziti ha raccontato, nello specifico, alcune realtà con cui è venuto a contatto, persone che si sono unite e hanno ridato speranza ad altri che l’avevano persa.
“Il mio sogno per cambiare l’Italia – ha concluso Marazziti – parte proprio da questo ovvero ricostruire un senso di comunità. Non rassegniamoci all’infelicità”.
Casa Nazareth. Tra le ventinove tappe del suo viaggio, Marazziti ha scelto anche Fano e, in particolare, Casa Nazareth. Luciano Benini, presidente dell’Associazione Banca del Gratuito, ha descritto questa bella realtà presente nel nostro territorio. “Nell’accoglienza siamo molto attenti alle relazioni. Il salone di Casa Nazareth, infatti, per anni è stato luogo di incontri e di dialogo. Su appello del Papa del 6 settembre 2015 alle parrocchie, alle comunità e ai santuari di Europa (“Ognuno accolga una famiglia di profughi”), ci siamo aperti ad accogliere persone che venivano nel nostro Paese con i corridoi umanitari e devo dire che ogni famiglia che abbiamo accolto e che abbiamo aiutato ad integrarsi, aveva una storia alle spalle che ci ha coinvolto molto emotivamente”. Benini, in conclusione, ha ricordato oltre ai profughi che fuggono dalle guerre i 20 milioni di rifugiati ambientali in tutto il mondo.