Verrà presentato lunedì 14 ottobre alle ore 21, nella chiesa parrocchiale di S. Veneranda, il libro dal titolo “Don Luigi, il parroco di Santa Veneranda”. Pagine di ricordi nel centenario della nascita di don Luigi Ricci (1919-2004) che di questa comunità fu il primo parroco e il fondatore. L’autore della pubblicazione è Simone Baiocchi, noto compositore pesarese e direttore d’orchestra, che è riuscito a raccontare la vita di don Luigi raccogliendo le testimonianze dei tanti amici e parrocchiani, ma servendosi anche dei suoi ricordi personali e di quelli della sua famiglia. «Don Luigi infatti – spiega Baiocchi – era anche il mio prozio, fratello di Maria Ricci, mia nonna materna».
Vocazione. Il libro sin dalle prime pagine cattura l’attenzione quasi fosse un romanzo. Ci si trova catapultati nella Pesaro degli anni Trenta, alla viglia dello scoppio della guerra. Una fanciullezza come tante quella di don Luigi, trascorsa tra i giochi in campagna con gli amici e le scorribande all’aria aperta. Poi la strada verso il sacerdozio, frutto di una vocazione autentica e fortemente desiderata.
L’ingresso nel seminario di Pesaro e gli studi all’istituto regionale di Fano. Il lungo stop dovuto alla salute cagionevole che gli valse il simpatico soprannome di “Majén” (maglina), data la sua abitudine di tenere sulle spalle una maglia di lana non appena l’aria, anche in estate, rinfrescava un poco. Quindi la guerra, lo sfollamento e il passaggio del fronte e finalmente, il 29 giugno 1945, l’ordinazione sacerdotale per l’imposizione delle mani del Vescovo di Pesaro Bonaventura Porta che scelse per lui la “destinazione pastorale” a Santa Veneranda, dove ancora non esisteva la parrocchia e dove nessuno voleva andare. «Eccellenza – disse don Luigi – ma la parrocchia malè l’an c’è». E il Vescovo rispose: «La farai tu don Luigi, come potrai, pian piano».
Padre. Erano gli anni della contrapposizione tra comunisti e cattolici e nel libro emergono aneddoti degni del miglior Guareschi in cui possiamo scorgere don Luigi in missione nel piccolo paese. Il pomeriggio si recava al circolo Arci (allora anticlericale) con la scusa di giocare a carte e con l’intento di fare amicizia per avvicinare le persone ai sacramenti. Grazie alla sua fede e pazienza, la piccola chiesa sotto lo storico arco del paese inizia a riempirsi. Il libro, ricco di un’inedita galleria fotografica, mostra i volti e l’atmosfera del tempo. Emergono anche le voci ed i sapori di quegli anni ormai lontani: il profumo dello “squaglio”, la cioccolata calda preparata dalla mamma di don Luigi e servita con qualche fetta di ciambellone ai bambini al termine della messa. E poi le tappe più importanti: le elezioni del 1948, il cinema parrocchiale nel 1954, la nascita del circolo Acli, il campo da calcio, l’asilo, la costruzione della nuova casa canonica e, nel 1972, l’inaugurazione della nuova chiesa parrocchiale. Sullo sfondo il Concilio Vaticano II ed i cambiamenti epocali della Chiesa. Pian piano, come aveva profetizzato il Vescovo Porta, quel “prete di campagna” cambia per sempre il volto di Santa Veneranda. Lo fa con la fedeltà al Vangelo ma anche l’affetto di tanti parrocchiani che lo seguiranno come un padre.
Appendice. Il libro si arricchisce delle testimonianze personali dell’arcivescovo di Pesaro monsignor Piero Coccia e di don Roberto Sarti, successore di don Luigi alla guida della parrocchia. Ed ancora: don Franco Tamburini, Margherita Palazzi e Monica Canestrari. In conclusione una bellissima lettera del Vescovo Gaetano Michetti ed alcuni articoli pubblicati sul “Nuovo Amico” in occasione della morte di don Luigi.
ROBERTO MAZZOLI