Se ne sono accorti in pochi ma la scorsa settimana si è celebrata la quarta giornata nazionale dei giochi della gentilezza. In alcuni comuni virtuosi è stata una giornata di festa che ha coinvolto scuole e famiglie, con l’obiettivo di diffondere la cultura della gentilezza.
Un tema sorprendente ma anche un dato di fatto. Al di là che si creda o meno al potere della gentilezza, infatti, nella stagione dominata da toni accesi, violenza gratuita e individualismo esasperato c’è anche tanta voglia di normalità, di umanità.
Non sappiamo se, come in molti hanno scritto, la gentilezza, come la bellezza, salverà il mondo. Sicuramente potrebbe cambiarlo in meglio. Si tratta di un sentimento dall’alto valore educativo che può aiutare le persone a vivere insieme nel rispetto reciproco. Basta poco: un semplice saluto, un grazie, un sorriso e la disponibilità all’ascolto e all’accoglienza dell’“altro”. È la forza “rivoluzionaria” della gentilezza che ogni giorno dovremmo cercare di mettere in atto. Come dice il poeta: “La bellezza è come la neve. Abbellisce tutto ciò che copre” (Khalil Gibran).
ALBERTO PANCRAZI (giornalista pesarese)