Avviata una decina di anni fa con soli ‘camminatori’ di Borgo S. Maria progressivamente questo singolare ‘pellegrinaggio’ al Montechiaro, tra le colline della valle del Foglia, con lo sguardo che piacevolmente si perde tra il mare e i monti, ha acquistato connotazioni sempre più dense di significato: si è trasformata in camminata dedicata alla riflessione sulla ‘Custodia del Creato’. Si è arricchita di amici cristiani di denominazione anglicana e ortodossa e di fede mussulmana; e da tre anni sono venute collaborazioni da Pesaro per dare una connotazione diocesana a questa iniziativa. La particolarità è stata che questo anno, più che le altre volte, le soste di meditazione sul messaggio dei vescovi italiani per la “Salvaguardia del Creato”, sono state arricchite di contributi e testimonianze dei partecipanti.
1° sosta. “L’universo è un linguaggio dell’amore di Dio, del suo affetto smisurato per noi”. Bello come sempre il contributo dei fratelli ortodossi, che hanno agevolmente pescato nei messaggi densi di spiritualità del Patriarca di Costantinopoli, Bartolomeo.
2° sosta. “Come molte altre religioni, il cristianesimo valorizza la pratica del pellegrinaggio”. Ha colpito la testimonianza dell’Imam di Montecchio Abderrahim (Giovanni) sul significato del pellegrinaggio alla Mecca e i sette giri attorno alla Kaaba, la stele nera che Giovanni ha legato alla memoria del comune patriarca Abramo.
3° sosta. “Mobilità drammatica è quella dei migranti”. Di particolare rilievo è stato il dialogo di botta e risposta avvenuto con Emanuel, profugo di Pozzo Alto. Al di là delle problematiche e delle polemiche legate all’accoglienza e alla integrazione dei profughi, ci siamo incontrati con una ‘persona’ sfuggita alla persecuzione dei Boko Haram, che portava nel volto e nella mano rattrappita i segni delle percosse subite. Non può tornare al suo paese se non vuole rischiare la vita, ed ha solo un sogno: portare con sé al sicuro moglie e figli, rimasti in Nigeria.
4° sosta. “Nel pellegrinaggio si vive un percorso che sa rinnovare ogni giorno la meraviglia per la novità e il rendimento di grazie”. Nella tappa di Pozzo Alto, dopo una gradita pausa ristoratrice, abbiamo potuto ascoltare la vivace testimonianza di vari ‘pellegrini’ del nostro territorio: quelli della Macerata-Loreto, del Cammino di Santiago, del pellegrinaggio da Borgo al Beato Sante. Per tutti, questi pellegrinaggi, effettuati in sobrietà e nel rispetto della natura, sono stati una metafora del viaggio della vita: con salite e discese, a volte solo e più spesso sostenuti dagli amici, comunque con la percezione di un ‘Pellegrino’ che cammina ancora con noi per le strade del mondo.
5° sosta. “L’esperienza scout, con tutta la sua forza educante, insegna: il mondo va lasciato un po’ migliore di quanto non lo troviamo”. L’ultima tappa al parco dei tigli di Borgo è stata riservata agli scout locali che – avvalendosi di metodi di partecipazione interattiva – hanno potuto esplicitare i vantaggi di una educazione a contatto con la natura, capace di favorire un armonico rapporto uomo – natura. Come gradito corollario è stato distribuito ai partecipanti il fascicolo “Io spreco zero”, preparato dall’associazione Papa Giovanni XXIII per invitare tutti ad uno stile di vita sobrio. E infine, cena etnica al Centro socio culturale di Borgo. Bel clima, accoglienza anche di profughi di passaggio, con assaggio obbligatorio di thè marocchino, esclamativo! E perché nulla andasse sprecato, si è proceduto alla generosa distribuzione ai presenti di quanto avanzato.