Ridotto alla pura animalità (teoria tutta ipotetica) l’uomo, socialmente problematico secondo un noto psicanalista, sofferente di scrupoli morali e di paure, malato di fragilità e di insicurezze, per togliersi tutto questo bagaglio di dosso deve fidarsi e affidarsi alla animalità, al suo istinto, per sentirsi e quindi essere veramente libero. In sintesi: “Liberi sogniamo una vita animale”.
La ragione è anche la colpa, secondo una certa cultura invasiva vigente, di un antropocentrismo dell’Occidente che ha situato l’animale come essere vivente inferiore a disposizione dell’uomo. Mi ripeto: una vita animale, quindi istintuale, per essere veramente liberi è davvero un sogno?Potrà essere una medicina per malati di mente ma non una conquista di civiltà. Siamo generosi. Può considerarsi una vile offerta al genere umano per vendere o acquistare la propria dignità a poco prezzo e, secondo la Scrittura, “venderla per un piatto di lenticchie” è già qualcosa.
La scienza, con le sue ali di latta, se facesse esplorazione con gli strumenti che ha, andasse anche nella Costellazione di Orione, ritornerebbe sempre e comunque da dove è partita, incapace di uscirne fuori, per quanto abbia bruciato di “benzina” e di speranza. Questo è il suo spazio breve, questo è il suo tempo soggettivamente corto. Le sue ali di latta, per quanto preziose ed efficienti, non lo portano fuori, parlo dell’uomo, non lo salvano. L’eternità è fuori, per lui, così costruito in una cultura materialistica, è preclusa ogni possibilità, l’eternità coincide con la sua misura.
Comunque, si apre uno spazio bello, meraviglioso da Adamo ai nostri giorni, attraverso i segni di civiltà che ha seminato: un Umanesimo di arte e di pensiero (architettura, scultura, letteratura, poesia, teatro, Religione,…). Vedi la Siria, l’Egitto, la Grecia, la Magna Grecia. l’Italia. Soprattutto l’Italia, attraverso il Medioevo fino ai nostri giorni, specchio dell’intelligenza e del genio che il terremoto, non solo oggi, sta lapidando e la Nazione piange.Tutto questo non ci sarebbe stato se la natura si fosse fermata all’animale, tra l’uomo e l’animale c’è un salto vitale, vale a dire un abisso. Sarebbe un grosso guaio se non ci si accorgesse.Molti, per assumere le ali di latta, hanno abbandonato le proprie il cui volo va molto più in alto fino a raggiungere l’Altissimo, consente di rompere il cerchio e di passare da qui all’eternità.
Ecco la Religione, che ha riempito la storia e ha consentito che ragione e fede camminassero insieme. Anche nel giornalismo “laico” di oggi, malato di immanenza, esiste una profonda frattura per cui è facile cogliere articoli che sconvolgono gli eventi di carattere religioso. In una recente intervista Corrado Augias dice che le religioni sono una invenzione e non capisce come ci siano persone che non temono la noia di una beatitudine eterna.Uomo riprenditi le tue ali, quelle dell’aquila possono essere assunte come simbolo.
Raffaele Mazzoli