(Trisomia) 21 MARZO
GIORNATA MONDIALE SULLA SINDROME DI DOWN
Il 21 marzo 2015, primo giorno di primavera, si celebra, come di consueto, la Giornata mondiale delle persone con sindrome di Down. L’edizione di quest’anno riflette sull’importanza dell’autonomia per le persone con Trisomia 21. Nella provincia di Pesaro e Urbino sono numerose le storie di questi ragazzi splendidi che il Nuovo Amico ha raccontato nel corso degli anni. Questa settimana abbiamo scelto di dare voce alla storia di Antonio Infante
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A PESARO NASCE UNA “BOYBAND” COMPOSTA DA QUATTRO DISABILI
Antonio cantautore Down e la sua “Vagabend”
Gino come stai? Gino con chi sei? Magari sei con gli angeli e nel sole sarai sempre accanto a Maria…con l’ultimo suo figlio che è arrivato, che è tale e quale al primo, Gino mio fratellino». Sono le parole che Antonio Infante ha dedicato a suo fratello, morto a soli tre mesi di vita, undici anni prima che lui nascesse. Quel testo lo scorso anno si è trasformato in una canzone e ne è uscito pure un videoclip dal grande impatto emotivo. Antonio infatti è un ragazzo di venticinque anni con sindrome di Down ma con un eccezionale talento musicale. Batterista, chitarrista e persino ballerino di hip-hop. Insomma è davvero un fuoriclasse di razza tanto che al Centro educativo di Viale Trieste, gestito dalla coopertiva “Labirinto” di Pesaro lo hanno subito inserito nel progetto “Canzoni nel cassetto” prodotto dal Centro socio educativo “Il Mosaico” dell’A.S.U.R. Area Vasta N.1 di Pesaro e gestito dalla Cooperativa “Labirinto”. «Attraverso la musica – spiega il direttore artistico ed educatore Stefano Magnanelli – riusciamo a costruire un percorso di integrazione fra gruppi e soggetti con disabilità diversa».
BATTERISTA, CHITARRISTA E BALLERINO DI HIP-HOP
Antonio nasce a Napoli il 15 febbraio 1990 e già all’età di un anno si trasferisce a Pesaro insieme alla mamma Anna, al papà Pasquale e alle sorelle Maria e Carla. La musica è di casa nella famiglia Infante. Papà Pasquale in gioventù suonava in un gruppo rock di Napoli insieme ad un fratello batterista. Sin da piccolo Antonio è in grado di ripetere accordi e melodie all’impronta, potendo contare su un’eccezionale memoria fotografica. Coltiva la passione per il “rhythm and blues” partenopeo ma va forte anche negli studi tanto che si diploma brillantemente al liceo artistico “Mengaroni” di Pesaro con indirizzo ceramica. Durante le giornate si divide tra il centro educativo di viale Trieste e il lavoro come magazziniere al supermercato “La Fonte”. Poi c’è la passione per il basket e la domenica la S. Messa alla parrocchia di Loreto o Soria da Padre Mario insieme ai nonni. Va pazzo per il Rap di Fabri Fibra e di Moreno ma ascolta di tutto. Almeno 5 ore di musica in cuffia ogni giorno prima di scatenarsi sui rullanti e la grancassa della batteria. «Qui scarico la mia energia e mi sento felice – dice Antonio – perché sento il ritmo della vita».
DIETRO ALLE QUINTE GLI EDUCATORI DEL “MOSAICO”
L’11 aprile del 2014 Antonio insieme ad altri ragazzi del Centro educativo “Il Mosaico” sale sul palco del prestigioso Teatro Rossini di Pesaro per cantare “Gino”. Insieme a lui sfilano ad uno ad uno tutti gli utenti dei centri gestiti dalla coopertiva “Labirinto”. Da quella data ne esce un album dal titolo “Canzoni nel cassetto”. Dietro le quinte di questo spettacolo “speciale” ci sono degli educatori altrettanto speciali. Oltre al cantautore Stefano Magnanelli, anima del progetto, spiccano nomi di grandi professionisti del panorama musicale e teatrale come Javier Eduardo Maffei, sassofonista di Cesare Cremonini, Stefano Fucili già collaboratore di Lucio Dalla, Peppe Consolmagno, Andrea Marzi, Riccardo Bertozzini, Costanza De Sanctis, il pianista Eugenio Giordani e il regista Luca Longarini che oggi sta lavorando ad un docu-film sull’evento.
Il debutto al “Rossini” per Antonio è però solo la prima tappa di un sogno. Grazie all’esperienza della quindicennale attività di “Musicazione” gli educatori provano a mettere su una vera e propria band. Iniziano le prove e pur tra le tante difficoltà il progetto decolla. Chitarre, tastiere e naturalmente un batterista. Nasce così la “Vagabend”: quattro ragazzi disabili ma a sentirli suonare sembrano i quattro di Liverpool. Simone Granci, 35 anni, cantante e cieco. Viene da Cattolica dove lavora tra l’altro come speaker a “Regina Web Radio”; Simone Mazzoli 39 anni; Lorenzo Palazzini 20 anni, chitarra elettrica, assistente di palco con sindrome di Down e Antonio Infante, con sindrome di Down, batteria, chitarra e voce. Insieme a loro ci sono anche gli educatori Stefano Magnanelli, Luca Gervasi e Luca Vagnini. Il tour non è ancora iniziato ma per ora sono state già effettuate alcune date zero, presso la Stazione Gauss di Pesaro dove il debutto è atteso per il 20 aprile. Da lì in avanti la formazione spiccherà il volo per le serate nei locali turistici.
Ma non chiamateli dilettanti allo sbaraglio. Qui si fa sul serio perché la band ha già ricevuto ingaggi e i primi compensi. Insomma il futuro è indirizzato verso una probabile carriera professionale. Tanto che Antonio non solo si è iscritto alla Siae come cantautore, ma sta già lavorando ad un suo album. «Per ora – dice da autentica star – non posso svelare nulla ma vi do un consiglio… reggetevi forte!»
Roberto Mazzoli
1 commento
Ho conosciuto Antonio Infante stamattina a Pesaro alla cerimonia del Nuovo Amico con le premiazioni Rebus. Mi e’ piaciuto molto il video di Antonio, cerchero’ di farlo conoscere attraverso fb.