UN LIBRO D’ARTE DI GIOVANNI VENTURI SULLA SPIRITUALITA’ DELLE MARCHE
Il legno della Croce
Esce in questi giorni il libro “Croci dipinte nelle Marche, dal XIII al XVII secolo, capolavori d’arte e di spiritualità” a cura di Giovanni Venturi. Il volume si propone di focalizzare per la prima volta queste opere straordinarie, uniche per dimensioni e fattura, che hanno segnato la storia artistica, culturale e religiosa, dal ‘200 al ‘600 a seguito della diffusione del francescanesimo, nell’attuale Regione Marche e territori limitrofi e che sono pervenute a noi in un numero considerevole (circa 50). Le opere individuate sono distribuite 50% nel nord delle Marche, l’altro 50% nel centro-sud. La curatela dell’opera è stata realizzata insieme alla dott.ssa Maria Giannatiempo López (già funzionario della Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici delle Marche) e la produzione dall’editore “Il Lavoro editoriale” di Ancona.
Dott. Venturi come nasce il progetto editoriale?
Dall’interesse per la pittura in particolare del ‘300 e ‘400 e dal desiderio di contribuire a far conoscere e valorizzare il variegato patrimonio storico-artistico del Montefeltro da cui provengo e di tutta la regione Marche. Nel 2010 avevo cercato di attivare un progetto di mostra d’arte su questa tipologia di opere della regione, ma allora non ci fu il coinvolgimento concreto di soggetti, enti ed istituzioni che potessero sostenerlo, soprattutto per problemi economici ma anche per una sottovalutazione della portata di tale corpus unitario di opere che infatti non sono quasi mai assurte nel loro insieme agli onori di una mostra appunto tematica o di uno studio a larga diffusione, al contrario di ciò che è avvenuto in altre regioni limitrofe dove hanno avuto grande diffusione e notorietà. Certo della bontà ed utilità di una ricerca e completa individuazione di tali opere, ho continuato ad approfondire l’argomento dal punto di vista storico-artistico-religioso e ad indagare sulla loro distribuzione nel territorio regionale, a cominciare da quelle nel Montefeltro e Massa Trabaria, benchè già più note e quasi tutte di scuola pittorica giottesca-riminese della prima metà del ‘300.
Da dove nasce questo interesse così particolare?
Dal fatto di aver ammirato fin da adolescente chierichetto la monumentale croce di Macerata Feltria, fra le più grandi di quelle che si possono vedere nelle Marche ed altrove e fra le più belle per la sua fine fattura pittorica e lo splendore cromatico che si distacca in maniera originale dalla tipologia delle croci realizzate precedentemente nel corso dello stesso secolo, anticipando i canoni pittorici del primo Rinascimento. Proprio in occasione del suo spostamento temporaneo dalla Parrocchiale di San Michele Arcangelo scrissi un articolo sui luoghi e vicende storiche di questa straordinaria opera d’arte eseguita alla fine del ‘300, uno dei pochi esemplari che riporta anno di esecuzione e citazione del suo autore; nonostante ciò le vicende del suo excursus nei secoli non sono ancora del tutto chiarite ed essa ha costituito nei passati decenni un casus belli riguardo alla sua attribuzione da parte degli storici dell’arte, risolto solo recentemente attraverso la nuova interpretazione della iscrizione frammentaria posta nel suo cartiglio.
Nel libro insieme alle fotografie dei dipinti compaiono i codici Q.R…
Il volume ha l’obiettivo di valorizzare beni artisticamente superbi, e nel contempo di fornire anche una lettura e promozione appunto con i riferimenti web via codici QR, dei luoghi e territori regionali che li conservano, luoghi attraversati e segnati profondamente fin dal ‘200 soprattutto dal fenomeno del francescanesimo che dall’Umbria ha dato origine a centinaia di insediamenti religiosi nelle Marche (“Terra dei fioretti”), committenze di innumerevoli opere d’arte fra cui principalmente croci, polittici ed affreschi, facendo dell’arte visiva efficace strumento al servizio della liturgia e della spiritualità.
Qual è il risultato finale del suo lavoro?
È quello di un volume d’arte illustrato che, attraverso i secoli presi in considerazione, documenta la ricchezza di un patrimonio culturale e spirituale regionale di cui non sempre finora si è avuta consapevolezza, mostra l’evoluzione iconografica subita anche nella nostra regione dall’immagine del Cristo attraverso i secoli. Ma il volume rivela sopratutto una caratteristica distintiva dell’arte marchigiana medievale e rinascimentale, anche in questo caso “plurale”: l’assenza di un’unica scuola pittorica predominante su tutto il territorio o di un artista (spesso anonimo) o bottega che abbia monopolizzato la produzione figurativa del proprio periodo storico, e nel contempo la presenza di influssi artistici evidenti provenienti dalle regioni limitrofe che generò una grande varietà di approcci, modelli e risultati di qualità, sia in termini pittorici, dimensionali che di manufatti lignei.
C’è una dedica o un ringraziamento particolare?
Il lavoro portato a termine è stato complesso ed oneroso, per cui un sentito e doveroso ringraziamento alla curatrice artistica del volume Maria Giannatiempo López e all’Editore Giorgio Mangani, oltre alle Diocesi marchigiane e gli altri proprietari delle opere che ne hanno concesso la pubblicazione ed a tutti coloro che hanno sostenuto l’iniziativa.
A cura di Roberto Mazzoli