Non se ne accorgono o fingono di non accorgersi che non ci sono ‘paradisi’ sulla terra. Il Bilancio di ciò che è successo e sta succedendo non mente. La “grande armata” dei poveri dì America (USA) è il meno evidente ma molto significativo. I quarantasei milioni di cittadini (poveri) per i Repubblicani rappresentano il male oscuro del Paese e non ha altro rimedio se non alzare il livello del debito pubblico, per le schiere liberiste il prezzo da pagare, netto e senza sconti, è che il presidente Obama rinunci alla riforma sanitaria del 2010, la quale si propone di assicurare l’assistenza a quarantotto milioni di cittadini con una spesa di oltre mille miliardi di dollari nei primi dieci anni. Donde la serrata del govermo federale a evitare la bancarotta.
Ma ritorniamo ai poveri, una massa, quasi uno stato nello stato. Crescono vistosamente e vistosamente cala il reddito familiare cala (–4,5%) e si profila anche la riduzione dei buoni pasti federali. Anche se il concetto di povertà nella società americana poggia su parametri diversi dei nostri tuttavia, tenuto conto che il reddito familiare più alto e del welfare più basso (quasi inesistente), il rischio indebitamento è addirittura più pronunciato del nostro. Le cifre purtroppo non lasciano spazio alle illusioni. La famiglia americana oggi incorre in un debito che non è in grado di estinguersi, avendo per giunta perduto anche quella prospettiva di benessere che il proprio reddito sembrava doverle garantire.
Sicché la presidenza Obama potrebbe essere ricordata come l’apice della disuguaglianza nel corpo sociale USA (il millantato reddito ricadrebbe il 99% sui provveduti e l’1% sugli sprovveduti). Ci si chiede come finirà la guerra tra il Presidente e gli avversari dello stato sociale? Che fine ha fatto la terra promessa dei nostri padri? Questa cronaca politica mi induce a considerarla “parabola dei tanti paradisi perduti”o più semplicemente delle terre promesse che l’umanità si inventa per alimentare i propri sogni di benessere: uscire dalla stretta drammatica del potere o dalla incombente miseria o da una terra inospitale per carestia e per guerre. L’Esodo biblico di un popolo che cammina verso la terra di Canaan, immagine di una promessa molto più alta, può essere assunto anche come emblema dei flussi migratori che attraversano la storia: da oriente a occidente, dall’India per l’Europa alle Indie di Colombo. I flussi migratori odierni vengono dal sud e approdano a Lampedusa, piccola isola, avamposto dell’Europa afflitta da una crisi che la mette in ginocchio, così anche l’Italia ove perfino un comico può recitare bellamente la parte del profeta.
Raffaele Mazzoli