Non c’è dubbio che fin da questa mattina presto, stiamo vivendo una bellissima esperienza che ci ha coinvolti e ci sta coinvolgendo in forma molto intensa. Ma poniamoci subito una domanda: perché oggi in tremila persone siamo venuti a Roma? Una sola è la ragione che ci ha spinto e ci ha afferrato: essere confermati nella fede dal successore dell’apostolo Pietro. E’ questa la ragione del nostro convenire come chiese della Metropolia qui a Roma. Siamo venuti per incontrare il successore di Pietro che ci conferma nella fede, per confessare la nostra fede, per celebrare la nostra fede e per testimoniare la nostra fede nel Signore Gesù il Cristo.
Il punto focale della nostra fede è credere in Gesù Cristo il Risorto per avere la vita e per di più la vita eterna. Papa Francesco ci ha ricordato che non solo noi bussiamo alla porta del Risorto per entrare nel suo regno, ma che il Risorto bussa alla porta della chiesa per uscire dal recinto e chiede ad essa una testimonianza convinta nelle periferie non solo geografiche, ma sopratutto esistenziali dell’uomo di oggi. Periferie caratterizzate dai grandi drammi dell’umanità di oggi e che riguardano anche noi, anche i nostri giorni, anche il nostro territorio, anche i luoghi del nostro vissuto come la famiglia, il lavoro, la scuola, la politica, il sociale, l’economia e le istituzioni.
Portiamo nel cuore l’esperienza forte e salutare di questo pellegrinaggio, alimentiamola con la preghiera e con lo spirito della comunione e dell’appartenenza, vissuta in varie forme, alla nostra Metropolia per crescere nella fede.E’ per questo che invochiamo l’aiuto dello Spirito Santo perché ci illumini, della Vergine Santissima perché ci sostenga, dell’apostolo Pietro perché ci renda saldi nella fede. Del resto, è questo ciò che conta nel pellegrinaggio della vita.