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      Home » Missa pro defunctis di Perosi: a Pesaro prima esecuzione moderna
      Cultura

      Missa pro defunctis di Perosi: a Pesaro prima esecuzione moderna

      RedazioneDi RedazioneNessun commento4 minuti di lettura
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      La città di Pesaro sarà protagonista di un importante recupero musicale ad opera del maestro Simone Baiocchi e del Rossini Chamber Choir. Mercoledì 2 novembre alle ore 21 presso la cattedrale di Pesaro, alla presenza dell’arcivescovo metropolita Sandro Salvucci, si terrà la prima esecuzione moderna della “Missa pro Defunctis” a 6 voci, composta da don Lorenzo Perosi in occasione delle esequie di Papa Leone XIII, il pontefice della “Rerum novarum”, che lo volle maestro direttore perpetuo della Cappella Musicale Pontificia, meglio nota come “Coro della Cappella Sistina”.

       

      Leone XIII. Si tratta di una partitura monumentale, composta da Perosi in pochi giorni, sotto la spinta del dolore provato per la scomparsa del grande pontefice. Un lavoro irto di difficoltà, nel tipico stile delle musiche della Sistina e cioè a sole voci, senza accompagnamento d’organo. Il componimento è pensato per un grande complesso vocale e la scrittura musicale è una continua sfida alle possibilità vocali del coro. Questa caratteristica è dovuta al fatto che Perosi aveva in Sistina grandi musicisti e grandi voci, e non solo tra tenori e bassi: nel 1903 infatti non erano stati ancora inseriti nell’organico i pueri cantores, e le parti acute erano eseguite da falsettisti e da cantori evirati. A quell’epoca infatti vi erano ancora in servizio alcuni castrati, tra cui il celebre Alessandro Moreschi (1858-1922), ultimo di una serie di cantori eccellentissimi e acclamati protagonisti di un’epoca ormai lontana che andava chiudendosi definitivamente proprio in quegli anni.

       

      Sonorità. L’impianto polifonico impiegato da Perosi è quello delle grandi cappelle romane: il coro a sei parti, in dialogo con un gruppo di solisti, secondo una prassi frequentemente usata nel contesto della liturgia del Papa. La messa sin dalla sua prima esecuzione destò subito grande impressione per le sue sonorità, pur non rimanendo esente da alcune note di biasimo da parte della critica per la scrittura impervia ed acuta, non semplice anche per i grandi cantori di allora. Si tratta di una musica ampia e monumentale, pensata per solennizzare un rito che, sino a Papa San Giovanni XXIII, si svolgeva secondo la forma dei celebri “novendiali”, ossia nove giorni di celebrazioni funebri solenni in suffragio del pontefice scomparso. I primi sei giorni erano officiati nella Basilica Vaticana dal capitolo di San Pietro e cantati dalla Cappella Giulia, mentre gli ultimi tre venivano officiati dal Sacro Collegio Cardinalizio in cappella Sistina e cantati dalla Cappella Musicale Pontificia.

       

      Ricerche. Con il concilio Vaticano II mutarono i testi e in parte anche le musiche della liturgia dei defunti, ragion per cui su questa partitura cadde un lungo oblio durato sessant’anni. Il maestro Simone Baiocchi, profondo conoscitore delle vicende della Cappella Sistina e dell’attività dei cantori di Roma, si è messo da tempo sulle tracce di questa partitura, compiendo una lunga ricerca che lo ha portato a rimettere assieme le parti disperse di questa importante composizione. Dunque nell’occasione del 150esimo anniversario della nascita di don Lorenzo Perosi (1872-2022), ha ideato questa staffetta musicale che dalla cattedrale di Pesaro giungerà a quella di Tortona, da dove Perosi ha iniziato e dove è sepolto, assieme al fratello Carlo, cardinale. Il concerto di Tortona si inserisce nell’ambito di un convegno ideato dallo stesso Baiocchi per l’Associazione Italiana Santa Cecilia, in sinergia con la Diocesi di Tortona, il Perosi Festival, il Conservatorio “Giacomantonio” di Cosenza e la Piccola Opera della Divina Provvidenza. A dar vita alla partitura saranno le voci del Rossini Chamber Choir, un complesso che annovera i migliori cantori scelti tra Marche, Umbria ed Emilia Romagna: a dirigere sarà il maestro Simone Baiocchi che di questo repertorio ha una profonda conoscenza, anche a motivo dei lunghi anni di frequentazione con il suo maestro Domenico Bartolucci, successore di Perosi alla direzione della Sistina. L’ingresso è libero.

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