Il prezioso dipinto eseguito nel 1606 da Gian Andrea Urbani, è stato sottoposto a restauro ed esposto in mostra a Perugia.
È tornato, dopo un anno di assenza, nella cappella costruita appositamente per lui all’interno dell’oratorio di San Giuseppe, il dipinto Sposalizio della Vergine, la più antica copia dell’omonimo quadro di Raffaello. E, tornato a casa, ritrova una cappella più bella di quando l’aveva lasciata. Per meglio dire, ritrova la cappella totalmente restaurata, tornata all’originario splendore.
Restauri. Ciò è accaduto perché nel corso del 2021 si sono svolti ben due importanti cantieri di restauro. Il quadro, tela datata 1606 eseguita da Gian Andrea Urbani, copia in scala 1:1 di ottima qualità dell’originale raffaellesco, era partito da Urbino alla volta di Spoleto nel dicembre 2020, per essere restaurato dalla ditta Coobec che ha sede nella città umbra. Terminati i lavori, lo Sposalizio è dunque partito alla volta di Perugia, dove si è tenuta una grande mostra dedicata alla fortuna di Raffaello in Umbria, nella quale il quadro urbinate occupava un posto di rilievo, tra le più belle copie delle opere del divin pittore. Il comune di Perugia in cambio del prestito ha generosamente finanziato il restauro e la realizzazione di un pannello sostitutivo ad alta risoluzione che ha occupato nell’oratorio il posto vacante. Un grande esempio di sinergia tra istituzioni e di proficua collaborazione.
Cappella. Nel frattempo, durante i mesi di chiusura del museo, sono iniziati i lavori di restauro delle pareti e soprattutto della volta della cappella neoclassica, eretta negli ultimi anni del ’700 in contemporanea col nuovo duomo per opera degli stessi artisti, l’architetto Luigi Valadier e scultore Francesco Antonio Rondelli, che ritroviamo anche tra i confratelli di San Giuseppe. I lavori hanno rappresentato il secondo stralcio del globale restauro della cappella, iniziato nel 2014 ma limitato all’epoca alla sola zona dell’altare. Stavolta, la ditta Bacchiocca di Urbino, già affidataria della prima parte, ha terminato con maestria le decorazioni dell’ambiente, ridando vita alle tenui tinte rosa e verde e eliminando la patina di polvere e fumo che negli oltre due secoli aveva oscurato la cupoletta e gli angioletti in stucco che reggono i simboli di Giuseppe.
Conclusione. Sono state riportate all’antico splendore anche le lunette sotto la cupola, di cui quelle laterali presentano due false vetrate a semicerchio e quella di fondo è invece vuota con una falsa tenda aperta realizzata in stucco. In cima alla cupola, una colomba con raggiera in legno è stata anch’essa ripulita dallo sporco. Anche il dipinto dell’Urbani ha riservato sorprese: sono state scoperte delle linee incise e dei punti che dimostrano come l’artista avesse preparato il dipinto, prima di stendere il colore, con le linee e i punti principali ricalcandoli da un cartone in scala reale sicuramente desunto dal dipinto originale, che nel ’600 si trovava ancora a Città di Castello, mentre oggi è esposto alla pinacoteca di Brera. Oggi la cappella dello sposalizio, gioiello neoclassico della via degli oratori, torna finalmente all’originaria integrità.
Di Giovanni Volponi