Nella seconda giornata della Summer School socio-politica c’è stata la tavola rotonda dal titolo “ La giustizia, le giustizie” a cui hanno partecipato il Pubblico Ministero del Tribunale di Pesaro Valeria Cigliola, il Giudice del Tribunale di Pesato Francesco Messina e Giorgio Magnanelli, cooperatore e volontario carcerario, presidente dell’Associazione Mondo a Quadretti. Moderata da Emanuele Lorenzetti, è stata preceduta da una prolusione di Sonia Sbrudolini, di Caritas Marche, che ha orientato il dibattito sul tema della giustizia riparativa. Giorgio Magnanelli, ha parlato delle varie giustizie che insistono nella nostra società, e che fanno sì che la legge sia “quasi” uguale per tutti.
Giustizie. Queste giustizie prendono forma in diverse dicotomie: innanzitutto tra giustizia divina e giustizia umana; ma ancora tra giustizia per ricchi e potenti e giustizia per i “poveri cristi”, tra giustizia per i bianchi e giustizia per i neri di tutti i colori, tra giustizia reale e giustizia mediatica, ma soprattutto tra giustizia retributiva e giustizia riparativa. A sostegno delle sue tesi Magnanelli ha portato i testi di eminenti magistrati: da Elvio Fassone a Livio Pepino, da Gherardo Colombo a Sivia Cecchi. Valeria Cigliola ha messo l’accento sulla necessarietà che la legge sia laica, avvertendo che più che dal Vangelo debba originare dalla Costituzione della Repubblica, anche se, a volte, il rimbalzo tra Vangelo e Costituzione può essere un gioco affascinante. Dopo aver espresso con forza, di fronte a qualsiasi giustizia, la fondamentale affermazione della responsabilità dell’individuo, Cigliola si è soffermata sulla gravità dei reati ambientale.
Dimensione emotiva. Francesco Messina, uomo e magistrato di profonde conoscenze filosofiche, ha sottolineato la dimensione emotiva dell’individuo, che diventa oggetto di valutazione sociale, e quindi impatta anche sulle problematiche della giustizia. La giustizia inoltre ha un credito di verità al punto che occorrerebbe parlare di giustizia e verità.
(Giorgio Magnanelli)
Tra gli interventi finali della Summer School c’è stato quello di Federico Carli, docente di politica economica all’Università Guglielmo Marconi e Presidente dell’Associazione di cultura economica e politica Guido Carli. Nelle sue conclusioni rivolgendosi ai giovani partecipanti alla Summer School, Carli ha disegnato l’attuale quadro macroeconomico dell’Italia, evidenziando sin da subito come sia necessario mantenere collegata la dimensione economica alla politica.
Economia. Un intervento diretto in cui sono state presentate in prima battuta le ragioni della sofferenza economica italiana. Egli rammenta come le cause alla radice delle plurali disfunzioni del sistema economico-finanziario siano: croniche inefficienze burocratiche prodotte dalla pubblica amministrazione; mancata concorrenza che non premia più il merito nella classe dirigente; bassi investimenti pubblici materiali e immateriali. “È arrivato il momento di parlare un linguaggio di verità – prosegue Carli – in quanto la crescita di cui parlano in questi giorni i mass media non risponde alla realtà”. L’economia in Italia, secondo le stime, avrà un rimbalzo del PIL di oltre il 4% a partire dal 2021. Un rimbalzo, per l’appunto, non una crescita. Lo sforzo del Governo, e di tutti gli attori pubblici e privati, starà nel realizzare questo cambiamento del rimbalzo in crescita duratura. Per fare ciò, dice Carli, è necessario l’impegno di noi tutti, poiché il mercato segue la logica della fiducia, che serve a rafforzare la cultura dell’investimento e dell’imprenditorialità, necessari per una maggiore produttività del Paese. L’intervento di Carli si conclude con un accorato invito rivolto ai giovani: “è necessario, però, ai primordi di ogni cosa, che la classe dirigente torni ad avere una funzione di esempio, nel senso di uno stile di vita che si traduca in rigore morale, alta professionalità e incontro con le nuove generazioni”.
(Emanuele Lorenzetti)