Più di cento persone hanno presenziato nella chiesa del monastero casteldurantino alla presentazione di un volume che attesta – attraverso la tra scrittura di 45 pergamene antiche – le radici della presenza clariana fin dal 14° secolo.
Domenica 4 febbraio, nella chiesa del nostro monastero di Santa Chiara a Urbania, ha avuto luogo la presentazione del libro: “Le origini della presenza clariana a Casteldurante nelle sue fonti”. Nel libro, a cura del dott. Gian Paolo Scharf e della nostra sorella Chiara Giovanna Bonetti, è riportata la trascrizione di 45 pergamene medievali, del XIV e XV secolo, appartenenti alla primitiva comunità di clarisse. Sulla base dei documenti esistenti è stata anche ricostruita la storia dei primi due secoli della fraternità clariana. Il lavoro è stato il frutto del desiderio di tutta la comunità di riscoprire le nostre radici soprattutto in vista della celebrazione del 7° centenario della presenza della nostra fraternità a Urbania, iniziato il 27 febbraio 2023 (dalla data della prima pergamena conservata) e di cui l’evento di domenica ha segnato la conclusione.
Una fruttuosa collaborazione. La pubblicazione è stata possibile grazie all’interazione con la nostra amministrazione comunale e con la Soprintendenza delle Marche, realtà entrambe presenti nella persona del sindaco Marco Ciccolini e dell’Ing. Arch. Cecilia Carlorosi. Alice Lombardelli, direttrice della Biblioteca Comunale di Urbania, che attualmente conserva la quasi totalità delle pergamene, ha moderato la presentazione. Don Andrea Czortek, Direttore dell’Archivio Diocesano di Città di Castello, ha presentato il volume prendendo spunto dal titolo e dividendo il suo intervento in quattro parti: la presenza, la comunità clariana, Casteldrante-Urbania e le fonti. Sr. Chiara Giovanna ha poi tracciato quel filo rosso che lega i documenti risalenti a 6/7 secoli fa alla comunità attuale, infine Gian Paolo Scharf ha esposto l’aspetto più tecnico delle pergamene, la loro struttura e composizione interna.
Da tutti è stato ribadito, sotto varie angolature, l’aspetto fondamentale della presenza della comunità clariana e della sua interazione con la comunità civile, rapporto tutt’ora esistente come si è potuto constatare dalla numerosa partecipazione, che ha visto la nostra chiesetta gremita da più di 100 persone. Questo è stato anche lo scopo primario del lavoro svolto e che abbiamo voluto condividere. Studiare documenti antichi infatti non è mai fine a se stesso, in quanto dentro un documento ci sono delle persone, delle relazioni, una vita che si dipana, di cui anche noi oggi siamo eredi, raccogliendone il testimone.
Legame plurisecolare. Dai documenti antichi il legame tra la comunità clariana e i durantini riflette la mentalità dell’epoca che vede nei religiosi coloro che uniscono terra e cielo, sostenendo e proteggendo la città con la loro preghiera e fungono da intercessori e protettori e la società civile si impegna a sostenerli materialmente, creando in questo modo un reciproco vantaggio. Oggi, in un contesto teologico ed ecclesiologico differente, le forme sono cambiate, ma l’interazione e lo scambio rimangono nell’aiutarsi reciprocamente a vivere in pienezza la propria vocazione e a realizzare quella santità a cui ogni battezzato è chiamato. Ringraziamo per l’opportunità che ci è stata donata, augurandoci che il seme gettato tanti secoli fa possa continuare a crescere e a svilupparsi. In un misterioso e indissolubile intreccio di memoria e speranza.