Così recita l’incisione sopra una delle due lastre di marmo nel pavimento della nostra chiesa. Significa: Staranno bene. Anno del Signore 1815. Al di sotto di esse si trova un vano tombale, e l’anno dovrebbe risvegliare qualche ricordo di scuola. Il 1815, infatti, è l’anno della sconfitta definitiva di Napoleone, colui che con l’editto di Saint Cloud del 1804 aveva proibito la sepoltura all’interno delle chiese e delle mura cittadine. Non solo. Bonaparte era anche colui che aveva ordinato nel 1810 la soppressione di conventi e monasteri d’Italia, facendone requisire i beni e costringendo i religiosi ad andarsene.
Questa pietra ci testimonia quindi non solo la ripresa di una pratica che riguardava i morti, ma anche del ritorno delle religiose a S. Caterina nel 1814. Quel BENE HABEBUNT suona come una promessa anche per i vivi, una speranza di tempi migliori, ed esprime la voglia di quelle donne di portare avanti la storia plurisecolare del proprio monastero, consapevoli di aver ricevuto un’eredità preziosa. Sono stati gli stessi sentimenti che, due anni fa, ci hanno spinte a far sistemare il vano per potervi accogliere i resti ossei delle nostre Sorelle, ora che è di nuovo permesso dalla legge. Finalmente il 15 gennaio sono tornate le prime tre: sr. M. Paola Cecchini (1928 – 2007), sr. M. Rosaria Bocchini (1920 – 2007) e madre Annamaria Arseni (1918 – 2008). Don Andreas Fassa ha guidato un momento di preghiera, breve ma intenso, e benedetto le loro salme. Alcune di noi non le hanno conosciute, ma tutte siamo loro grate e ci sentiamo legate. Queste tre Sorelle hanno vissuto passaggi storici della nostra Comunità – affrontati mettendo sempre al primo posto l’unità – come la nascita del progetto “Un Monastero nella Città” negli anni ’90.
Sappiamo che ora tocca a noi portare avanti il testimone e che loro certamente ci aiuteranno.