Luce e conoscenza. Potremmo dire che da sempre l’una è stata immagine dell’altra, partendo dal mito della caverna di Platone, passando per l’Illuminismo, fino ai fumetti in cui si usa una lampadina accesa per indicare un’idea.
Oggi, tuttavia, siamo arrivati al punto paradossale in cui la sovrabbondanza di luci rischia di portare le persone alla cecità anziché a una maggiore conoscenza. La santa che stiamo per festeggiare visse in un mondo molto simile al nostro. Caterina nacque infatti ad Alessandria d’Egitto nel III secolo, ovvero quando il Mediterraneo conobbe una globalizzazione ante litteram grazie all’Impero romano.
Questa giovane avrebbe avuto tutte le carte in regola per diventare una influencer del suo tempo: nobile, ricca, bella e intelligente. Ma alle luci della ribalta preferì l’amore di Cristo, per cui affrontò il martirio agli inizi del IV secolo. Non prima però di aver convertito i cinquanta filosofi incaricati di convincerla ad abiurare. Per questo nel Medioevo s. Caterina fu eletta come patrona degli studi dagli Ordini mendicanti – agostiniani in testa -, dalla Sorbona, dall’università di Siena e poi da tutti gli studenti universitari.
Secondo la tradizione, in occasione della sua festa – il 25 novembre – viene benedetta e consegnata da noi monache la “Lampada dello Studente”, simbolo della fede e della sapienza che ci aiutano nel cammino della vita. Questi doni vanno però custoditi, perciò la Lampada dev’essere portata a casa ancora accesa. Coloro che ci riusciranno – sempre secondo la tradizione – otterranno l’aiuto della santa, in particolare gli studenti in occasione degli esami riaccendendo il lume (simbolo del previo impegno sui libri, ben inteso!).
Per prepararci alla festa, il 24 novembre alle 19.30 reciteremo la Supplica dello Studente. Il 25 ci saranno due S. Messe – alle 8.30 e alle 18.30 – con la consegna della “Lampada”.