Dal 1953 la Chiesa il 21 novembre celebra la giornata per le claustrali, che per la nostra Chiesa di Urbino – Urbania – Sant’Angelo in Vado acquista maggiore significato e spessore, in virtù dei sei monasteri femminili presenti in Diocesi.
«Memoria mariana di origine devozionale, si collega ad una pia tradizione attestata dal protovangelo di Giacomo. La celebrazione liturgica, che risale al secolo 6° in Oriente al secolo 14° in Occidente, dà risalto alla prima donazione totale che Maria fece di sé, divenendo modello di ogni anima che si consacra al Signore». Con queste essenziali parole il Messale Romano presenta la memoria liturgica della “Presentazione di Maria al Tempio” del 21 novembre.
Scelta lungimirante e attuale. Questa data è stata indicata nel 1953 (ormai 70 anni fa) dal papa Pio XII come Giornata “Pro orantibus”: in essa i cristiani sono invitati a pregare per le religiose di clausura. Dal Concilio Vaticano II in poi, molteplici sono state le attenzione del Magistero Pontificio al mondo claustrale. Il 29 giugno 2016 papa Francesco ha pubblicato la Costituzione Apostolica “Vultum Dei quaerere”, che al numero 9 in maniera molto puntuale afferma: «La vita contemplativa, dai primi secoli fino ai nostri giorni, è rimasta sempre viva nella Chiesa, nel succedersi di periodi di grande vigore ed altri di decadenza, grazie alla presenza costante del Signore, unita alla capacità propria della Chiesa stessa di rinnovarsi e di adattarsi ai cambiamenti della società: sempre essa ha mantenuto viva la ricerca del volto di Dio e l’amore incondizionato a Cristo, quale suo elemento specifico e caratteristico. La vita consacrata è una storia di amore appassionato per il Signore e per l’umanità: nella vita contemplativa questa storia si dipana, giorno dopo giorno, attraverso l’appassionata ricerca del volto di Dio, nella relazione intima con Lui. In questa dinamica di contemplazione siete voce della Chiesa che instancabilmente loda, ringrazia, geme e supplica per tutta l’umanità».
La nostra Arcidiocesi. E questo ci permette di volgere uno sguardo al grande dono della vita claustrale presente nella nostra arcidiocesi di Urbino – Urbania – Sant’Angelo in Vado: sei monasteri, sei comunità religiose con carismi particolari, con attenzioni pastorali diverse tra loro ma tutte rivolte ad una apertura ed accoglienza verso la Chiesa che vive nel mondo: davvero uno scambio tra orazione ed azione. Entrando nel concreto, a partire da Urbino le sei comunità monastiche si trovano nella valle del Metauro e rappresentano il cuore pulsante delle tre antiche Diocesi, ora confluite nell’unica Chiesa locale. Urbino gioisce per la presenza di due monasteri: la comunità delle agostiniane di Santa Caterina (in centro, a pochi metri dal Rettorato dell’Università); la seconda comunità è quella delle Clarisse (situata appena fuori le mura della città). Ad Urbania due comunità monastiche idealmente abbracciano, una dalla periferia sud e l’altra dalla cima del colle a nord, l’intera comunità durantina: il monastero delle clarisse (sul monte); a sud il monastero delle benedettine. A Sant’Angelo in Vado, sulla cima del Monte della Giustizia, a custodia e presidio spirituale del paese, troviamo la comunità delle Serve di Maria. Infine, a Mercatello sul Metauro, incastonato nel tessuto cittadino come una perla preziosa, troviamo il monastero delle Clarisse Cappuccine, sito nella casa natale di Santa Veronica Giuliani, un vero “gigante” della spiritualità cristiana, vissuta tra il 1660 ed il 1727. Davvero un polmone rigenerante di cui essere grati alla Provvidenza, per trovare una salutare boccata di ossigeno per l’anima.