“È possibile”: non è una domanda, è una certezza, che oggi abbiamo affermato con la nostra numerosissima presenza a Milano. Abbiamo camminato e cammineremo insieme perché, come detto da Emanuela, figlia di Pietro Carpita, ucciso dalla mafia nel 1990 a Bresso (MI), «crediamo sia possibile una giustizia vera, profonda, completa, e che sarà nostro sempre l’obiettivo di trasformare il dolore in uno strumento concreto, non violento, di impegno e pace».
Memoria e impegno. Come ogni anno, in occasione della Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, il 21 Marzo, si è svolta la marcia promossa da “Libera”. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”, alla quale hanno partecipato, tra le numerosissime realtà presenti, anche la FUCI (Federazione Universitaria Cattolica Italiana). Opporsi alle mafie è un compito politico, sociale, culturale ed etico che riguarda l’intera società civile, ed è l’impegno per cui abbiamo scelto di lottare insieme a tante altre associazioni a partire dalla fondazione di “Libera” nel dicembre del 1994. Non sono tante le manifestazioni che vedono marciare fianco a fianco forze dell’ordine, sindacati, scuole e associazioni: l’antimafia si dimostra un terreno di impegno e dialogo condiviso che può continuare a generare frutti e rafforzare la nostra democrazia. Quest’anno, la manifestazione principale che ha radunato decine di migliaia di giovani e adulti provenienti da tutta Italia, si è svolta a Milano, consapevoli che da tempo non è più possibile pensare che il fenomeno mafioso sia radicato solo nel Sud Italia, ma che esso prolifera proprio lì dove ci sono ampi movimenti di denaro e margini di corruzione.
L’intervento di don Luigi Ciotti. Come non ha mancato di sottolineare don Luigi Ciotti: «le mafie sono diventate moderne imprese», ricorrono meno alla violenza diretta perché possono contare su quella del capitale economico – quello sporco, che si alimenta di «quell’eterno patto di reciproco vantaggio tra il crimine e l’élite di potere […], questi grovigli di interesse dove il bene pubblico e decretato a merce di scambio in vista di benefici privati… E la radice è culturale, sociale, etica – prosegue don Ciotti -, le mafie vincono dove l’umanità naufraga, dove la coscienza si inabissa, dove il sentimento di comunità annega. Lì le mafie vincono». E questo è lo spirito con cui noi studenti della FUCI ci impegniamo a vivere l’Università, e a contagiare i nostri coetanei, per la costruzione di una società più giusta, che abbiamo scelto proprio come tema di quest’anno federativo 2022-23 “D(I)RITTI ALLA PACE”.
La Fuci di Urbino. A testimonianza dell’importanza nazionale dell’evento era presente anche un cospicuo gruppo di universitari del gruppo FUCI di Urbino “Pier Giorgio Frassati”. «Li avete uccisi, ma non vi siete accorti che erano semi è il motto ideato da Pierpaolo Farina, fondatore e direttore di WikiMafia. È questo lo slogan che abbiamo deciso di mostrare tra le vie di Milano», raccontano Michela Perrucci e Andrea Firma, presidenti del gruppo FUCI di Urbino in rappresentanza di tutti gli studenti universitari partiti dalla città rinascimentale. «La mafia vince laddove i fiori decidono di non sbocciare e per sbocciare ci vuole coraggio. Il desiderio è quello di divenire cittadini custodi gelosi di pace, distanti dall’indifferenza e da quella che Don Luigi Ciotti ci ha ricordato essere la malattia peggiore: la delega».