Il 19 marzo cade di domenica. Pertanto la festa di ricorrenza viene celebrata lunedì 20. Con una messa alle 10 di mons. Giuseppe Tabarini, parroco del Duomo, mentre nel pomeriggio alle 18 celebra il novello arcivescovo, mons. Sandro Salvucci. Accompagnato dalle note dell’organo settecentesco del Vici, vanto della nostra chiesa. Alla tastiera ci sarà Alessandro Casali, organista della Cattedrale di Pennabilli-Montefeltro. I confratelli, per la prima messa del vescovo Sandro, hanno detto “l’organo deve suonare”: perché la musica nutrimento dell’anima e contemplazione della bellezza come ha scritto Benedetto XVI. I confratelli sono orgogliosi di questo strumento con la bella tastiera di legno. Da anni se lo sentono ripetere dagli organisti del Festival di Musica Antica, che riprende quest’anno, dopo il Covid, il 19 luglio, per 10 giorni. Ma già Sabato 18 alle 17, a San Giuseppe, si terrà un concerto dell’organista Alessandro Meneghello, accompagnato dagli “Ottoni dei Gonzaga”, in memoria di Giampaolo Scotti già docente alla Scuola del Libro. Con musiche dei compositori settecenteschi: Stanley, Handel, Purcell, Charpentier, Pachebell.
Le Acli-Centro Universitario e la Sezione Unilit di Urbino si salutano con il nuovo Arcivescovo. Le Acli presenti dal dopoguerra, l’Unilit da 35 anni contribuiscono a mantenere viva la memoria del laborioso passato, dei suoi tesori, un patrimonio sacro, testimoniato dall’ingegno e dal lavoro di uomini e donne, orgogliosi del loro passato, da custodire. Nelle campagne e nei centri montani, sguarniti, sta ora avanzando un degrado ecologico preoccupante. Tengono viva la fiammella della speranza e del recupero, i Circoli ACLI, per molti paesi unico punto di incontro comunitario, insieme alle Chiese e alle Confraternite, sorretti dalle preghiere e dalla luce divina che promana dai 6 Monasteri di Clausura. Ed in queste realtà montane e delle vallate del Metauro, l’Unilit ha messo le fondamenta. Con l’obiettivo primario di conoscere il proprio territorio, a fianco della sua grande storia. L’Unilit, nata in Urbino, Pesaro e Fano, 35 anni fa, oggi registra le frequentazioni maggiori nell’entroterra: a Fermignano, Urbania, Sant’Angelo in Vado, Cagli, Pergola e Fossombrone. Un percorso a ritroso che toccherà a riprendere per un sano riequilibrio ambientale, per custodire meglio la terra. Ma per invertire la tendenza ci vuole coraggio, fede e preghiera, e soprattutto un pastore per guidare il processo storico in divenire.