Chi sono io? È questa la provocatoria domanda di Rose Busingye e delle “sue” donne, a cui è dedicata la Mostra dal titolo “Tu sei un valore – Le donne di Rose”, che è stata esposta al Meeting di Rimini nella edizione del 2021 e che il “Centro di solidarietà Il Faro ODV” porterà a Pesaro, dal 18 al 23 ottobre prossimi, presso il Teatro Maddalena. La prima di una serie di iniziative promosse nella nostra città in occasione del centenario della nascita di don Luigi Giussani.
Ma chi è Rose e quale esperienza l’ha condotta a questa certezza? Rose è un’infermiera di Kampala (Uganda), specializzata in malattie infettive, che si è trovata a vivere dentro la storia drammatica e spesso tragica del suo martoriato paese, sul quale troppo spesso i riflettori dei mass media e dell’opinione pubblica mondiale rimangono spenti. Una storia lacerata, a partire dalla metà degli anni Ottanta del secolo scorso, dal conflitto tra l’esercito governativo ugandese e il sedicente “Esercito di Resistenza del Signore” (LRA), capeggiato dal sanguinario Joseph Kony, animato da una miscela di misticismo africano, nazionalismo e fondamentalismo cristiano. Terribili le conseguenze di tale conflitto: devastazione di interi villaggi, uccisione di almeno 100.000 persone, rapimento di 20.000 bambini e sequestro di 15.000 donne. Ma i numeri rendono solo lontanamente l’idea dell’inferno che ha vissuto l’Uganda in quegli anni: stupri, sevizie, torture, ragazzi costretti a fare a pezzi col machete altri prigionieri, poi messi in una grande pentola a cuocere per essere divorati.
E dopo la devastazione, un esercito di donne, infettate dal virus dell’Hiv, che si è riversato dalle foreste, dove erano tenute prigioniere, nei villaggi dove erano evitate da tutti, schifate, umiliate.
Di tutto questo è stata testimone Rose, la quale, nata in una famiglia cattolica e desiderosa di lavorare per Gesù, ha iniziato molto presto ad aiutare i malati di AIDS, i poveri e gli orfani nei sobborghi di Kampala. Ma le cose non andavano come desiderava: i malati non si curavano e si lasciavano morire dal momento che non riconoscevano alla loro vita alcun valore. La carità, la passione, la dedizione generosa non davano i frutti sperati, con la conseguenza di gettare Rose in uno stato di crisi profonda.
Ma nella vita di questa donna è accaduto un imprevisto: l’incontro con padre Pietro Tiboni, missionario comboniano in Uganda e, attraverso di lui, la conoscenza del fondatore del movimento di Comunione e Liberazione, don Luigi Giussani, con il quale ha instaurato un rapporto filiale.
Nell’amicizia con don Giussani è nata in Rose un’autocoscienza nuova, che è l’origine della vera carità: l’autocoscienza del proprio valore infinito e quindi del valore infinito dell’altro. È questo l’annuncio di cui anche le donne di Rose avevano bisogno, al di là della malattia, delle violenze subite e della povertà. Questa coscienza ha ridonato speranza e ha fatto sorgere in loro un nuovo modo di impastarsi con la realtà e di lavorare. Rose interverrà, in collegamento on line, alla presentazione della Mostra, che avverrà il 19 ottobre alle ore 18.30 presso l’Auditorium di Palazzo Antaldi. La Mostra si potrà visitare tutti i giorni dalle ore 16 alle 20 (visite guidate ore 16 – 17.15 – 18.30). Al mattino solo su prenotazione (cell. 338/8295934).