Il Nuovo AmicoIl Nuovo Amico

    Iscriviti alla Newsletter

    Ricevi le ultime notizie creative da Il Nuovo Amico.

      Ultimi articoli

      Quando Papa Leone XIV venne a Urbino nel 2009

      Messaggio dell’arcivescovo Sandro Salvucci per l’elezione del Sommo Pontefice Papa Leone XIV

      “San Francesco voleva salvare il mondo: ha salvato la speranza”

      Facebook Twitter Instagram
      Facebook Twitter Instagram YouTube
      Il Nuovo AmicoIl Nuovo Amico
      Leggi il giornale in PDF
      • Pesaro
      • Fano
      • Urbino
      • Podcast
      • Cultura
      • Chiesa e Mondo
      • Abbonati
      Il Nuovo AmicoIl Nuovo Amico
      Home » Suor Immacolata è giunta in vetta
      home

      Suor Immacolata è giunta in vetta

      Redazione di UrbinoDi Redazione di UrbinoNessun commento4 minuti di lettura
      Facebook Twitter WhatsApp LinkedIn Email
      Condividi
      Facebook Twitter LinkedIn Pinterest Email

      Vivendo sin da bambina sul Cervino suor Chiara Immacolata ha avuto nella montagna una maestra di vita discepola della Santa Montagna che è Cristo.

      Suor Chiara Immacolata, al secolo Margherita Covolo era nata a Salcedo in provincia di Vicenza, ha fatto il suo ingresso in Monastero il 20 maggio 1956, ha vestito il saio di Santa Chiara l’8 dicembre dello stesso anno ed ha emesso la sua Prima Professione il 10 dicembre del 1957, resa definitiva dalla Solenne il 30 aprile del 1961.

      Vita. A soli quattro anni, suor Immacolata si trasferì in Valle d’Aosta, a motivo del lavoro del padre che era custode presso la diga del Goillet sul monte Cervino. Vivendo, quindi, sin da bambina, in questo luogo speciale, all’altezza di ben 2600 m., suor Immacolata ha avuto nella montagna una maestra di vita fino a diventare, da adulta, discepola della Santa Montagna che è Cristo. Dalla montagna lei aveva imparato quelle che, nella vita claustrale, saranno le sue stabili coordinate di vita: il silenzio, la solitudine e la preghiera. Ci raccontava talvolta che nel silenzio profondo dell’altezza in cui viveva, aveva scovato un posto in cui risuonava l’eco e lei bambina urlava il suo nome per risentirsi chiamare: Margherita! Silenzio cui suor Immacolata teneva tantissimo nella sua austerità e che riteneva indispensabile per l’unione con Dio. Silenzio che, però, non le impediva di avere con noi sorelle battute divertenti, sorriso e relazione vivace. Solitudine che la innamorò fin da subito, per tutta la vita, fino a fare della sua cella un piccolo eremo che con l’anzianità, quando lei non poteva più partecipare per l’età e la salute a ciò che si teneva negli spazi comunitari, è diventato una dimora stabile.

      Rifugio. Nella sua cella teneva a portata di mano tutti i libri di preghiera, il messalino, la liturgia delle ore e perfino ai piedi del letto, ben visibile, la foto che si era fatta fare del nostro tabernacolo, memoria per lei di Gesù Eucaristia, che riceveva quotidianamente con profondo amore e devozione. Questo suo modo di sentire e di vivere non ostacolava la sua piena partecipazione alla vita fraterna e lei era sempre consapevole di tutto e di tutto si interessava, chiedendo a noi sorelle gli appunti di tutte le lezioni che facevamo e facendosi fare un puntale resoconto dei ritiri e delle riunioni comunitarie, quando ormai per l’età non le era più possibile partecipare. E infine la preghiera: questa caratterizzava “in toto” suor Chiara Immacolata: era una donna temprata con grande disciplina nella preghiera e questo si è visto sino alla fine della sua vita perché nulla si improvvisa. Sino all’ultimo ha avuto il senso del tempo e del tempo liturgico, recitava in cella l’ufficio e leggeva ogni giorno le letture della Messa perché, come diceva lei, “senza la Parola di Dio, tutto crolla”.

      Immacolata. Il candore della tanta neve delle sue montagne le ha insegnato invece un grande amore per Maria – che ella venerava come Immacolata e come Vergine di Loreto attraverso la fedele preghiera del Rosario, della corona francescana e la devozione puntuale all’Ave Maria della sera – e le ha istillato un grande amore e stima per il valore della purità di cui era pieno il suo cuore e questo ci dà la certezza che suor Immacolata, oggi, è beata perché l’ha detto Gesù: “Beati i puri di cuore perché vedranno Dio”! Suor Immacolata ci lascia un grande esempio monastico di donna unificata e pacificata e in eredità tre doni importanti: il silenzio, la solitudine, la preghiera e noi ringraziamo il Signore per averla avuta così a lungo, sorella amata e stimata.

      Le sorelle clarisse di Urbino

       

      Condividi. Facebook Twitter WhatsApp LinkedIn Email

      Articoli Correlati

      Quando Papa Leone XIV venne a Urbino nel 2009

      9 Maggio 2025

      “San Francesco voleva salvare il mondo: ha salvato la speranza”

      9 Maggio 2025

      I doni del Risorto alla Chiesa

      8 Maggio 2025

      Lascia un commento Annulla Risposta

      Editoriali

      Beata Vergine del Divino Amore

      Ordinazioni diaconali

      Chiara e Carlo Acutis: il dono dell’amicizia

      Società del Soldo Urbino. Pranzo di primavera

      IL Nuovo Amico settimanale d'informazione Pesaro-Fano-Urbino
      Social
      • Facebook
      • Twitter
      • Instagram
      • YouTube
      Da non perdere

      A Pesaro inaugurazione del nuovo salone di bellezza “Giorgio Parrucchieri” con vernissage artistico

      Cultura

      Nell’ambito degli eventi nella città di PESARO, designata quest’anno quale Capitale della Cultura 2024, dopo…

      Presentato il libro per i 100 anni di Don Raffaele Mazzoli

      Una visita al Museo Albani

      Premiazione del concorso mariano

      Iscriviti alla Newsletter

      Ricevi le ultime notizie da Il Nuovo Amico.

        Chi Siamo
        Chi Siamo

        Il Nuovo Amico
        Settimanale di informazione Fondato nel 1903
        Diocesi di Pesaro Fano Urbino
        Tel.: +39 0721 64052
        Email: info@ilnuovoamico.it

        Primo Piano

        Quando Papa Leone XIV venne a Urbino nel 2009

        Mons. Salvucci: “Continueremo a pregare per te”

        Chiara e Carlo Acutis: il dono dell’amicizia

        Nuovi Commenti
        • Stefania Conte su Don Roberto Liani. La potenza del nome di Gesù!
        • Alberto su Mons. Salvucci: “Continueremo a pregare per te”
        • Sergio firpo su La figura dei facilitatori nel cammino sinodale
        • Eugenio Nascetti su Francesco Lorusso e la fine del sogno
        Facebook Twitter Instagram
        • CONTATTI
        • STORIA
        • FISC
        • PREMIO VOLPINI
        • PREMIO ALDINA ROMBALDONI
        • Privacy e Cookies

        © 2025 Il Nuovo Amico. Tutti i diritti riservati. | Cooperativa Comunicare, via del Seminario 4 - 61121 Pesaro (PU) tel. 0721 64052 - C.F. 00957520414
        Pellegrinaggi e santuari | in collaborazione con : RossoZingone

        Digita sopra e premi Invio per cercare. Premi Esc per annullare.