Fino al 26 giugno un percorso espositivo di stampe/incisioni dal titolo “Raffaello e l’incisione. Da Roma agli antichi Paesi Bassi e a Liegi”.
Una mostra realizzata per dare ulteriore omaggio al divin pittore Raffaello, curata dal ricercatore prof. Antonio Geramicca dell’Università di Liegi, dalla prof.ssa Dominique Allart della stessa Università e dal Presidente dell’Accademia Raffaello di Urbino prof. Luigi Bravi. All’inaugurazione erano presenti nella Casa Raffaello, presso la Bottega Giovanni Santi, le personalità del mondo dell’arte e della cultura, i diversi docenti dell’Accademia Raffaello di Urbino e un folto pubblico.
Wittern. L’esposizione mette in luce le numerose incisioni tratte dalle diverse pittoriche e grafiche (disegni) di Raffaello Sanzio che Marcantonio Raimondi e alcuni suoi allievi incisori, tra i quali Marco Dente, Agostino di Musi, hanno riprodotto dietro richiesta dello stesso Raffaello e sotto la sua supervisione. Le incisioni poi sono state stampate su carta in numerose copie. Le stampe in visione nella Bottega Giovanni Santi di Casa Raffaello appartengono la Museo Wittert, che ha preso il nome dal barone Andien Wittert, il quale donò alla Fondazione dell’Università di Liegi, intorno al all’anno 1903, ben 25.000 disegni e stampe. Il Museo Wittert, ha avuto origine nell’anno 1817 grazie al Re Guglielmo I dei Paesi Bassi.
Tecnica. Raffaello non si adoperò mai a provare l’arte incisoria, ma era rimasto talmente incuriosito e affascinato dai lavori resi attraverso quell’arte tanto da capire l’importanza tecnica che avrebbe dato la possibilità di far conoscere ad un più ampio pubblico il suo lavoro pittorico e ciò attraverso le riproduzioni in incisione su metallo e poi stampate su carta. Ciò avrebbe contribuito alla diffusione della sua opera e alla sollecitazione delle vendite a buon prezzo. Era tanta la considerazione per questa tecnica incisoria, Raffaello, tuttavia, si rivolse a Raimondi, incisore bolognese, ma attivo a Roma tra il 1520 e il 1527, per commissionargli la riproduzione di una serie di suoi soggetti, tra i quali: Lucrezia, Il Massacro degli Innocenti, La Peste di Frigia, detta il Morbetto e Il Giudizio di Paride.
Stamperie. Le incisioni e le successive stampe su fogli diventarono ben presto, già in vita Raffaello, così famose che furono richieste dai vari collezionisti ed estimatori d’arte, tanto che le matrici originali a forza di stampare subirono dei danni e, quindi, furono dagli stampatori e dagli artisti incisori ritoccate, per dare così ai segni incisi una ulteriore profondità. Raffaello lasciò alla sua morte l’incarico di continuare a stampare le lastre allo stampatore Baviero de’ Carocci, detto il Baviera, e pretese che i proventi andassero a beneficio della Fornarina, ritenuta la sua amante. Possiamo dire che l’incisione valorizza soprattutto la linea e approfondisce i particolari e i minimi dettagli, oltre ad accentuare i contorni delle immagini e il tutto per creare un dinamismo lineare che sa generare, nell’osservatore, nuovi aspetti visivi più immediati ed evidenziati.
Di Mario Borghi