È un appuntamento di fede e devozione che ogni anno richiama centinaia di partecipanti tra giovani ed anziani, singoli e famiglie, studenti e docenti, sacerdoti, religiosi, religiose e laici, tutti accomunati dal desiderio di adorare la croce di Cristo, che purifica e libera da ogni male. La Via Crucis di Urbino è una tradizione cristiana di pietà popolare. Alle ore 21 del Venerdì Santo ci si ritrova all’inizio della strada che conduce al Mausoleo dei Duchi per poi, muniti di flambeaux, formare una lunga processione che, muovendosi di stazione in stazione, prega con la recita del Rosario, canta e invoca perdono e misericordia, fino a giungere al sagrato della chiesa di San Bernardino. Ogni anno la Via Crucis vede la partecipazione dell’Arcivescovo e viene animata dal parroco e dai fedeli di una parrocchia dell’Unità Pastorale di Urbino. Quest’anno è il turno di San Bernardino, con alla guida il neo parroco padre Luca Gabrielli.
Questo pio esercizio viene praticato anche in tanti altri centri dell’Arcidiocesi: su queste devozioni, sempre molto partecipate, prevale la processione con il Cristo Morto. Storicamente la Via Crucis è una tradizione molto radicata nel popolo di Dio. Nasce per ricordare il cammino doloroso che Gesù ha fatto dal Pretorio fino al Golgota. Le “stazioni di Cristo” ci ricordano i momenti in cui Egli, nonostante ci sia stato tra i discepoli, chi l’ha tradito, chi l’ha rinnegato e chi l’ha abbandonato, si ferma lungo la strada verso il Calvario, per cercare ancora di stabilire un dialogo con le donne e gli uomini che partecipano al suo dolore. Ogni incontro su quella via di sofferenza, è un supremo insegnamento, per un ultimo fuggitivo sguardo, per un’estrema offerta di riconciliazione e di pace. La Sua passione ci invita e ripercorrere, come Giovanni e le pie donne unite a Maria, il momento culminante della Storia della Salvezza. La Via Crucis è la preghiera tipica del tempo di passione che coinvolge mente, cuore e corpo seguendo una croce. Ma perché farla? Per conoscere meglio Gesù Crocifisso e per onorare il Suo grande amore che l’ha spinto a soffrire e morire per noi, nonché per trovare la forza di seguirlo. La nostra conoscenza di Gesù non sarà mai piena se non ci conformeremo al Crocifisso. «La Croce», dice Sant’Ignazio di Antiochia, «è lo strumento attraverso cui Gesù ci eleva verso il Padre. Il cristiano è germoglio e frutto della Croce. Non si conosce mai pienamente se non quello che si è sperimentato».
Di Giuseppe Magnanelli