Tra i riti pasquali che celebrano la morte e la resurrezione di Gesù Cristo, la visita dei sepolcri continua a destare interesse tra i fedeli di ieri e di oggi per quel mistero che emanano e che ti portano a meditare sul bene e sul male che circondano la vita. A dare una pennellata di misticismo è anche il modo con cui, il giovedì santo, vengono allestiti dopo la Messa in “coena domini”. Dalle luci soffuse all’essenzialità della scenografia (che comprende paramenti neri o viola) tutto lascia trasparire il dramma che colpì un giusto tra i giusti ed i suoi seguaci. I nonni, che erano ragazzi negli anni Cinquanta, ricordano con eccitazione la ricorrenza perché per loro significava visitare nuove chiese che, in numero dispari, ti portava solitamente a meditare e pregare su un massimo di sette. Per i ragazzi, inoltre, si rinnovava la tradizione di indossare un vestito nuovo. Molta devozione la si registrava anche il venerdì santo quando, in San Francesco, si condividevano, attraverso la preghiera, le tre ore di agonia di nostro Signore. La sera, nel circondario, si svolgevano le processioni. La Pasqua cade nel periodo tra il 22 marzo ed il 25 aprile.
La ricorrenza pasquale di quest’anno, fissata il 17 aprile, mancava dal 1960, mentre nella stessa data tornerà nel 2033. Il prossimo anno sarà il 9 aprile. Nella data più bassa possibile, che è il 22 marzo, la festa di primavera manca all’appello nientemeno che dal 1818. Un tempo lontano come sarà anche la prossima prevista per il 2285. Per quanto riguarda la più alta, con il tetto fissato al 25 aprile, l’ultima ricorrenza è del 1943 e la prossima sarà nel 2038. Ai giorni nostri la più bassa, caduta il 23 marzo, risale al 2008: non accadeva dal 1913 e non si ripeterà fino al 2160. Allo scioglimento delle campane, che annunciavano la Resurrezione del Cristo, vigeva l’usanza che le mamme bagnavano con l’acqua gli occhi dei bambini per preservarli da ogni male. Nell’’amarcord’ nostrano si ricorda la partecipazione dell’intero nucleo familiare alla Messa del giorno di Pasqua, mentre il resto della giornata era scandita da riti mangerecci. A partire dalla colazione. Sulla tavola: frittata con le erbe (mentuccia ed erbe di campo), salame, pizza al formaggio, coratella di agnello, pizza dolce e ciambelle con sopra zucchero e confettini. Non mancavano, a pranzo, l’agnello, in epoca cristiana associato all’idea di vita, e le uova sode benedette, da sempre simbolo di vita e di rinascita, il cui guscio veniva bruciato.