L’imbianchino. Calce bianca e tanti bidoni con grandi pennelli. Sotto casa si aprivano grandi fosse per spegnere la calce e l’imbianchino maggiore è più esperto, con l’aiuto partiva. Era chiamato dentro e fuori delle case e all”imbianchino più noto e famoso era riservata l’imbiancatura delle chiese. Sono vecchio e ricordo il lavoro per quella della Chiesa di San Francesco, la più importante dopo la cattedrale; mi aveva chiamato il padre del rettore don Cristoforo Campana, Ivo perché mi riteneva giovane appassionato della pittura, e di mattino presto assieme all’aiutante Baldassarri, si decise il tono del bianco, e fui lì che imparai come si giunge al tono perfetto adeguato all’architettura dell’ambiente e in questo caso della chiesa dei frati. L’imbianchino aveva una esperienza da insegnare a quelli della sovrintendenza. Voi pensate che si possa usare un bianco qualsiasi ma non è così perché il tono va accarezzato è giustificato secondo la sensibilità dell’imbianchino che oggi è scaduto al nome di pittore. Oggi si passa direttamente a comperare il barattolo del bianco ed ogni problema è risolto.
Piazza del papa. Oggi a Sant’Angelo così si chiama la piazza maggiore antistante al Comune, Palazzo Mercuri e Teatro dedicato al pittore famoso Zuccari. Il monumento centrale rappresenta papa Ganganelli, Clemente XIV, che ebbe i natali dalla sua famiglia di Borgo Pace, per cui venerato nella diocesi di Urbania e Sant’Angelo in Vado. Anche la città di Urbania volle erigere allo stesso un monumento che ebbe purtroppo la mala sorte di essere distrutto, come scrivono gli storici , da una banda di garibaldini . Ora, fino a poco fa, se ne potevano vedere alcuni resti nel cortile minore del Palazzo Ducale di Urbania. Un rame, con l’incisione del monumento, si conserva nelle collezioni d’arte della biblioteca comunale.
Raimondo Rossi