Fano
a cura della Redazione
Venerdì 5 novembre, al Centro Pastorale Diocesano, si è tenuto il primo incontro di formazione promosso dall’Ufficio Diocesano di Pastorale della Salute. L’incontro è iniziato con il saluto di Don Mirco Ambrosini, direttore dell’Ufficio Diocesano di Pastorale della Salute.
Formazione. Questo è il primo, in presenza, del percorso di formazione proposto dall’ufficio della pastorale della salute della diocesi. La Pastorale della Salute è una pastorale che viene proposta per prendersi cura a cuore delle persone che vivono la sofferenza, ma anche delle persone che stanno bene, è quell’azione della Chiesa che risponde al desiderio del Signore di prendersi cura di tutti. La pastorale della salute ovviamente in questo tempo che stiamo vivendo cercherà di guardare un po’ sempre maggiormente la pastorale della salute nel territorio, nelle parrocchie, perché diminuiscono i giorni di ospedale, mentre sempre di più le famiglie vivono la situazione della malattia o della degenza o della assistenza a casa o nel territorio.
Sguardo attento. Abbiamo pensato, quindi, con l’equipe di Pastorale della Salute, di partire un po’ dalla pietra, dalla sorgente, dal rapporto con il Signore Gesù, che è quello che ci permette di avere compassione degli altri ed è quello che ci mette uno sguardo più attento alle persone, uno sguardo più attento alla salute e salvezza dei nostri fratelli e delle nostre sorelle.
Allora approfittando della presenza di Padre Filippo Caioni, abbiamo pensato di partire dalla sorgente, dall’amicizia che abbiamo ognuno personalmente con il Signore Gesù e con il legame che ha il Signore con la sua chiesa, sponsale di intimità, di partire con una catechesi sull’icona dell’amicizia intitolata “Il Cristo e l’abate Mena”.
Don Mirco ha ringraziato tutti per la loro presenza e per il loro servizio, chiedendo la grazia di poter accogliere la sua parola, il suo messaggio, per poter essere dei trasmettitori e trasparenza per far vedere le vie del Signore e soprattutto a chi è malato e chi è nella sofferenza.
Icona dell’amicizia. Padre Filippo ha iniziato leggendo Gv 15, 12-17, e introducendo la storia delle icone fino ad arrivare alla storia dell’icona dell’amicizia. Oltre ad essere antichissima del settimo secolo, ha delle caratteristiche che la rendono unica. Tra queste particolarità, si è soffermato sulla spalla, mano, il braccio, gli occhi, le orecchie e la bocca.
Nelle spiegazioni di tanti dettagli di questa icona, ha concluso l’incontro dicendo che l’amore di Cristo non si impone mai. L’amore non si impone mai è sempre offerto è sempre proposto all’uomo.
Il nostro Dio non è il Dio delle forzature. E’ Dio che offre gratuitamente e liberamente e lascia liberi. L’amicizia che Cristo offre, ti chiede una grande responsabilità, ma soprattutto che io mi lasci amare da lui, in modo da amare gli altri e benedire gli altri.