Villa Alta Prelato
di Marco Gasparini
Si è svolta sabato 29 maggio a Prelato Alto di Fano, la Festa della famiglia promossa dall’Ufficio diocesano per la Pastorale Familiare, un momento intenso che ha visto la partecipazione di oltre ottanta coppie tra fidanzati e famiglie.
Educarsi al matrimonio. Il primo momento è stato dedicato ai fidanzati che hanno incontrato il Vescovo Armando per una catechesi su questo cammino di grazia. “Il periodo del fidanzamento – ha detto il Vescovo – deve essere non tanto una stagione anticipatrice del matrimonio, ma un educarsi al matrimonio…”.
Alleanza per la vita. Oggi più che mai i fidanzati sono chiamati a compiere un cammino di apprendimento reciproco, a lavorare per costruire una alleanza per la vita, questo percorso presenta però almeno quattro difficoltà da superare: la fragilità dell’amore, vissuto in una cultura del provvisorio, l’incapacità a soffrire e ad affrontare le tribolazioni, la carenza di religiosità ovvero di relazioni profonde con Dio che ci cambia nelle prospettive di vita ed infine la cultura del piacere come obiettivo egoistico.
Amore. Tra queste difficoltà si incontrano anche alcune tentazioni come quella dell’avere, del comandare sull’altro o del decidere ciò che è bene per noi. Di fronte a tutto questo, ha ricordato il Vescovo, i fidanzati possono camminare affidandosi allo stupore dell’amore vero, alla conoscenza profonda dell’altro, alla ricerca reciproca che si fa scelta stabile e alla progettualità che li porta a fare dell’amore un progetto di vita fondato sulla qualità del rapporto. “Amarsi – ha concluso il Vescovo citando le parole del Papa – è quasi un lavoro artigianale che va compiuto con pazienza giorno dopo giorno con l’obiettivo preciso di crescere insieme in umanità e in una sessualità che è espressione della comunione e della relazione profonda tra i fidanzati, sigillo autentico dell’Amore”.
Il volto dell’altro. Subito dopo le famiglie si sono unite al gruppo per la celebrazione della S. Messa all’aperto presieduta dal Vicario generale don Marco Presciutti.
“Dio ha il volto di sposo, di sposa, dei figli… il volto dell’altro che è divino” – ha detto don Marco nell’Omelia – Dio è il fondamento dell’essere, è dentro tutto ciò che esiste, siamo fatti di Lui impastati di divino e chiamati a testimoniarlo al mondo. Forse abbiamo proposto alle famiglie un ideale perfetto ma siamo tutti imperfetti, mancanti, e in cammino verso. Dio Padre ci ama così come siamo con le nostre fragilità. Facciamo spesso fatica ad esprimere la passione per Gesù, per la vita, ma Lui copre questa distanza, ci viene incontro si avvicina e ci trasferisce ciò che ha chiamandoci a portare Lui agli altri.
“Andate e inzuppate la gente dell’amore di Dio” – ha concluso don Marco – è questo il servizio chiesto alle famiglie, testimoniare l’amore trinitario che ci chiama ad essere, a vivere a donarci perché l’altro sia!
A conclusione dell’eucarestia Carlo Berloni, direttore insieme a Nicoletta dell’ufficio famiglie, ha voluto ringraziare i tanti presenti invitandoli ad andare a portare questa testimonianza, questa azione dell’amore trinitario nelle parrocchie, nelle comunità di appartenenza abbattendo i muri della paura e della chiusura perché la Chiesa è anche nelle nostre mani.