“Una scelta di pace” è stato il tema del terzo incontro della Scuola di Pace che si è tenuto sabato 6 marzo in modalità on line. Dopo l’introduzione di Michela Pagnini di Caritas Diocesana e di Silvia de Muniari, volontaria di Operazione Colomba il corpo nonviolento dell’Associazione Papa Giovanni XXIII, che ha spiegato come è nata e di che cosa si occupa. “L’Operazione Colomba – ha sottolineato Silvia riprendendo le parole di Papa Francesco – sta al fianco degli ‘artigiani della pace’, di coloro che sono disposti a donare la propria vita per dire no alla guerra”.
Testimonianza. La parola è poi passata a Roviro Lopez, in collegamento dalla Colombia, che da 24 anni fa parte della comunità di pace di San Josè de Apartadò. Ha spiegato come è nata la comunità e le difficoltà affrontate per creare qualcosa di diverso, di alternativo alla guerra. “A causa del conflitto, tra il 1996 e il 1997 – ha messo in evidenza Roviro – molti contadini di San Josè de Apartadò dovettero abbandonare tutto e fuggire. Chi non riuscì a scappare venne ucciso o fatto sparire. Chi decise, come noi di fermarsi, creò una comunità di pace alternativa al conflitto. Non fu facile, non avevamo praticamente nulla quando il 23 marzo 1997 ci dichiarammo comunità di pace”.
Difficoltà. Roviro ha spiegato la difficoltà di andare avanti, di reperire cibo per le famiglie della comunità. “Appoggiati dal sostegno della chiesa, della croce rossa, della commissione interecclesiale di giustizia e pace, abbiamo affittato delle terre per iniziare a coltivare, perché andare in città in quel periodo era molto pericoloso. Piano piano abbiamo iniziato a commerciare i nostri prodotti, ma siamo stati subito ostacolati ed è iniziato il massacro da parte delle forze militari. Diversi di noi furono uccisi. L’intento era quello di sterminarci perché non avevamo accettato il conflitto. Parliamo della vigilia del nuovo governo di Uribe, uno dei momenti più difficili per noi. Il primo periodo fu durissimo, egli stesso pianificava la presenza paramilitare nel paese. C’erano blocchi sulle strade e Uribe accusava la comunità di pace di essere guerrigliera”.
Roviro ha poi parlato del grande sostegno ricevuto da Operazione Colomba. “Grazie alla solidarietà internazionale, abbiamo potuto, nel 2007, vendere il cacao biologico, la nostra prima fonte di guadagno, e ottenere le certificazioni. Ci sono tantissime imprese minerarie che vogliono torglierci tante risorse naturali a iniziare dall’acqua. Noi rifiutiamo, come comunità, l’arrivo di queste imprese che vogliono distruggere la terra e svuotarla delle sue ricchezze”.
Costruire la pace. Brigida Gonzalez, della comunità di pace, ha ribadito che costruire la pace è il miglior cammino. “Da quando siamo nati, abbiamo sempre creduto nell’unità, nel lavoro collettivo per uscire da ogni tipo di violenza”. Oltre ad occuparsi di alimentazione, la comunità si occupa anche di arte perché proprio attraverso l’arte si costruisce vita.