L’incontro con il Cireneo è stato al centro della riflessione del Vescovo Armando durante il Quarto Quaresimale lunedì 15 marzo nella Basilica di San Paterniano, Quaresimale animato dal coro della Cappella Musicale del Duomo di Fano.
Libertà. “Gesù sceglie ciascuno di noi – ha sottolineato il Vescovo – e si avvicina a lui in modi imprevedibili. Talvolta, come per Simone, entra nella nostra esistenza da lontano, come un estraneo. Nel tempo poi capiamo che, attraverso quella sua intrusione, ci chiede di amarlo come lui ci ama. La nostra libertà, i nostri affetti, i nostri pensieri sono mobilitati e sconvolti da un evento che sembrava casuale, ma che invece è diventato la dolcezza di un rapporto di amicizia e di amore che riempie la vita.
Croce. Il Vescovo si è, poi, soffermato sull’espressione “prenda la sua croce”. “La parola croce fa venire in mente il sacrificio, qualcosa di doloroso. Per seguire Gesù, dobbiamo continuamente modificare le idee che ci siamo fatti di noi stessi. Seguirlo vuol dire imparare da lui qual è la nostra meta, quali sono le cose che contano e accettare di cambiare. Il mio giogo è dolce e il mio carico leggero (Mt 11,30). Questa espressione di Gesù ci fa sempre riflettere. Il giogo è leggero e dolce perché Cristo lo porta con noi e noi lo portiamo insieme a lui. Dio ci accompagna sempre nei passaggi della vita, ci prende sempre per mano. Dobbiamo accorgerci della sua vicinanza. Il silenzio è fondamentale per ascoltare la sua voce. Per ottenere qualcosa, però, occorre lavorare. E’ brutto vedere una persona insofferente alla fatica e al lavoro. Il sacrificio è la condizione per crescere ed entrare nella gioia. Non c’è vita nuova senza i nove mesi della gestazione e i dolori del parto. Se non ci fosse stato quel gesto obbligato e quella prova, il Cireneo non avrebbe scoperto Gesù, il suo volto, il disegno nuovo della sua vita. Seguendo Gesù si sperimenta una dilatazione immensa del cuore. Il cristiano è un uomo che può viaggiare o stare fermo, ma il suo cuore ha le dimensioni di tutto il mondo. Gesù ha chiamato il Cireneo non solo perché gli facesse compagnia, non solo per cambiargli la vita, ma per mostrare a tutti noi che egli ha bisogno di noi per realizzare la salvezza degli uomini, per costruire il suo regno sulla terra, perché la luce della Chiesa appaia in tutto ilo mondo”.
Seguire Gesù. “Un’ultima considerazione: Gesù chiama il Cireneo a partecipare alla Sua croce. Qui si tocca uno dei punti più misteriosi e delicati di tutta la vicenda dell’uomo. Quando una persona accetta di seguire veramente Gesù, gli viene chiesto molto, soprattutto per gli altri. Nella misura in cui il nostro cuore si apre a lui, Gesù chiede a ciascuno di noi di dargli quella disponibilità e libertà che non riesce a ottenere dagli altri. Questa è la comunione dei santi: in ogni momento c’è una persona, chissà dove, che offre la sua fatica e la sua sofferenza affinché Gesù la possa spendere per me. La comunione dei santi è una comunicazione gioiosa, in cui ci sosteniamo gli uni gli altri. Nella croce di Cristo è racchiusa la croce di ogni uomo”.