Fabbri (M5s): «La Regione aveva un piano pandemico ma è rimasto nel cassetto»
Lo scorso 24 febbraio il consigliere regionale Piergiorgio Fabbri (M5s) aveva indirizzato al presidente Ceriscioli l’interrogazione n. 956/2020 contenente precise domande su “coronavirus e piano pandemico regionale”. «Appena è scoppiata la pandemia mi sono reso conto che il nostro territorio non era pronto ad affrontarla – spiega Fabbri – e così ho scritto l’interrogazione per stimolare il sistema ad agire». La risposta alle oltre dieci domande è arrivata nei giorni scorsi, dopo circa 2 mesi di attesa. «E non è stata soddisfacente – dice Fabbri – perché elenca tutte le azioni messe in campo dopo lo scoppio dell’emergenza. Del piano pandemico regionale del 2007 non è stato applicato quasi niente e tutto è stato fatto in corso d’opera, mentre doveva essere già previsto e collaudato. Le linee guida del 2007 prevedevano anche la quantificazione dei dispositivi di protezione, come mascherine e tute, che sarebbe stato necessario approvvigionare in sovrannumero e un piano per reclutare il personale sanitario che con l’andare dell’epidemia sarebbe mancato per malattia, e ora sappiamo che nelle Marche sono stati contagiati 1200 operatori sanitari. Anche nella nostra regione ci siamo fatti trovare impreparati e il sistema sanitario delle Marche ha retto solo per fortuna perché se i numeri di Pesaro avessero riguardato anche il resto delle province sarebbe stato un massacro. Basti pensare che, per una decina di giorni, i pronto soccorso di Pesaro e Fano non ricevevano più malati ed hanno dirottato tutto su Urbino che ha collassato. L’ospedale di Fossombrone chiuso da 5 anni è stato frettolosamente riaperto. Questa emergenza ha evidenziato l’importanza di una sanità diffusa, ovvero il contrario della politica che Cerisicoli ha portato avanti in questi anni e di un Covid-Hospital di Civitanova che è un progetto pieno di controsensi».