“Mi rendo partecipe, con queste poche righe, alle vostre difficoltà per le restrizioni dei colloqui, dovute alla emergenza Coronavirus in Italia”. Con queste righe inizia la lettera che il Vescovo ha voluto scrivere ai detenuti della casa di reclusione di Fossombrone e che è stata fatta recapitare a ognun detenuto in questo momento difficile e di emergenza.
“Comprendo bene la vostra tristezza: i colloqui con i parenti e familiari sono fondamentali per custodire gli affetti e consolare la lontananza. Ricordate: le carezze di Dio non fanno ferite; le tenerezze di Dio ci danno pace e forza. È così che può sempre nascere una mentalità nuova che porta a prendersi cura della vita, di ogni vita. In questo tempo – ha proseguito il Vescovo – fate profitto delle attività e delle relazioni interpersonali con i vostri compagni di casa e con i vostri “angeli custodi”. Nessuna incapacità, nessuna meschinità, nessuna colpa, nulla può essere obiezione all’abbraccio tenero di Dio. Cerca nel tuo cuore in che cosa sei fuori, in che cosa sei emarginato e lascia che Gesù ti chiami proprio a partire da questa tua mancanza, da questo tuo limite, da questo tuo egoismo. Lasciati accarezzare da Dio! Impara a gettare questo sguardo su te stesso: abbi clemenza verso di te e prova guardarti con occhi di amore, come potrebbe fare Dio o come ha fatto l’ultima volta una persona che ti vuole bene. Qui è il tuo destino, la chiave di volta della tua vita.
Lasciati amare, lasciati salvare. Egli, il Signore, ti rinnoverà con il suo amore.