L’EDITORIALE
DI ROBERTO MAZZOLI
Anche le auto hanno più dignità
«Anche le automobili hanno una carta di circolazione e noi chi siamo?». Così un richiedente asilo che nei giorni scorsi ha incontrato il cardinale Konrad Krajewski, elemosiniere del Papa. Il “decreto sicurezza” non riconosce infatti il permesso di soggiorno umanitario come titolo valido per la registrazione di un migrante all’anagrafe comunale. La conseguenza è che numerose persone che hanno la dimora nei centri di accoglienza, sono escluse da molti diritti garantiti dalla Costituzione. Senza quel foglio può risultare impossibile per loro individuare il medico di base, procedere all’iscrizione alla scuola non dell’obbligo, alle liste per la scuola materna e asili nido, ai centri per l’impiego, aprire una partita Iva o semplicemente un conto corrente bancario dove far accreditare il proprio stipendio.
Nelle scorse settimane l’ufficio anagrafe del Comune di Pesaro, in ottemperanza al decreto Salvini (113/2018), ha dichiarato “irricevibile” la domanda di registrazione anagrafica di un richiedente asilo. Eppure da mesi nel nostro territorio hanno iniziato a far breccia decine di ricorsi patrocinati dai cosiddetti “avvocati di strada”, col risultato che il Tribunale di Pesaro è intervenuto più volte imponendo l’iscrizione a vari comuni: Cartoceto, Mondolfo, Vallefoglia etc… Ora si attende l’evolversi della vicenda di Pesaro che seguiremo con attenzione. Tuttavia, al di là delle interpretazioni di legge, ci si domanda come mai il Governo non abbia ancora messo mano alle modifiche più urgenti del “decreto sicurezza”. Ripristinare il permesso di soggiorno per motivi umanitari e consentire la registrazione anagrafica ai richiedenti asilo sono misure che non possono attendere, perché «anche le auto hanno più dignità».