I sociologi lo chiamano inverno demografico e non è un termine coniato in questo millennio. Se ne parla da circa mezzo secolo in riferimento all’invecchiamento della popolazione occidentale. Le statistiche a riguardo sono impietose e dicono che l’Italia detiene il record europeo della denatalità. Scendendo nel dettaglio possiamo poi aggiungere che le Marche sono tra le regioni dove nascono meno bambini. Dalle nostre parti il “saldo naturale”, cioè la differenza tra numero di nuovi nati iscritti all’anagrafe dei residenti e numero di cancellati per decesso, è davvero preoccupante. Eppure da anni si continua a ragionare come se ciò non fosse un problema. Un brusco risveglio lo ha avuto Pesaro qualche settimana fa. Il Consiglio comunale ha infatti approvato la riduzione da 8 a 7 degli istituti scolastici comprensivi abolendo l’Istituto “Tonelli”, chiuso per mancanza di bambini. «Il continuo calo della natalità – ha spiegato l’assessore Giuliana Ceccarelli – e la consistente diminuzione delle iscrizioni nelle scuole, ha richiesto una valutazione». E il consigliere di maggioranza Rito Briglia, annunciando la sua astensione al voto, ha evidenziato come i «numeri del calo demografico sono potenzialmente disastrosi perché fra 10 anni ci troveremo di fronte ad una situazione molto negativa». I dati parlano chiaro: negli ultimi 10 anni Pesaro ha perso 3mila abitanti. Nel 2018 le nascite sono state la metà dei decessi.
E mentre i nostri politici continuano a sottovalutare il problema, il Forum delle associazioni familiari delle Marche ha commissionato uno studio all’Università di Urbino. Nel frattempo proviamo a suggerire un rimedio diametralmente opposto alla recente provocazione di Beppe Grillo: perché non dare il voto ai bambini? Una sorta di delega ai genitori potrebbe aumentare la loro legittima rappresentanza e costringere la politica a guardare seriamente al futuro.
ROBERTO MAZZOLI