“Battezzati e inviati”, dal dono ricevuto alla missione da compiere. Con questo slogan la Chiesa universale celebra domenica 20 ottobre la Giornata Missionaria Mondiale e la nostra Chiesa diocesana ne fa occasione per celebrare il “Mandato diocesano ai catechisti e agli operatori pastorali” (ore 17, presso la parrocchia di S. Maria Ausiliatrice – Fossombrone).
Unione e comunione. In questo appuntamento annuale la presenza del Vescovo Armando, segno di unione e comunione della comunità diocesana, ci ricorda che ogni servizio ecclesiale non nasce da un impeto personale, ma dalla Chiesa stessa. È la comunità che invia sui membri per compiere un servizio. Non basta essere disponibili a fare un servizio, ma è necessario mettere questa eventuale e positiva disponibilità personale nelle mani del pastore della comunità perché, alla luce di un saggio ed evangelico discernimento egli sappia individuare le effettive esigenze della comunità e di conseguenza possa indirizzare le risorse che lo Spirito dona ad ogni membro del corpo ecclesiale.
Discernimento. Questa dinamica che mette insieme la disponibilità del singolo individuo, col discernimento dei carismi e l’invio a compiere un servizio ecclesiale trova il suo fondamento nella vita battesimale.
Donarsi agli altri. Il dono ricevuto nel battesimo genera il desiderio di donarsi agli altri perché tutti ne possano vivere dello stesso dono. Nel battesimo è l’amore stesso di Dio che viene riversato in noi in modo sovrabbondante (cfr. Rm 5,5.21), e tale dono per sua natura esige di farsi contagioso, missionario, delicatamente invadente, ed infine impegno attivo per gli altri, affinché tutti giungano a parteciparne (Rm 1,5; 1Tm 2,4): è la dinamica del Regno di Dio che cresce nel mondo. La Chiesa celebra dunque la bontà di Dio che non ha smesso, e mai smetterà, di effondere il suo amore sul mondo, su questo mondo reale ed attuale. Allora la disponibilità di molti che si spendo quotidianamente e settimanalmente nel servizio di evangelizzazione e catechesi, cura, accompagnamento e assistenza, nel servizio liturgico e di animazione della liturgia etc… diventa lo spazio in cui la Chiesa riconosce un dono da mettere in campo per il bene di tutti. La Chiesa ci aiuta a non sentirci soli nel nostro servizio, ed anche a non cadere nella tentazione di insuperbirci sentendoci unici e indispensabili, ma come “servi inutili” ma “gioiosi, fedeli e costanti” ci aiuta a vivere in modo corretto, libero e gratuito il nostro servizio ecclesiale. Siamo una comunità di fratelli che non per glorie personali, ma con spirito di servizio, riconosce i propri doni e li mette in campo per il bene di tutto il corpo ecclesiale. Con questi sentimenti siamo tutti chiamati, convocati, a farci uno intorno al pastore per condividerne la passione pastorale e portare nelle nostre comunità l’amore di Cristo attraverso la nostra umile disponibilità umana.