Cultura e libertà. Sono state queste le parole che hanno fatto da filo conduttore all’incontro dal titolo “Ci impegniamo, noi e non gli altri” che si è tenuto giovedì 12 settembre all’oratorio della Gran Madre di Dio, incontro organizzato dall’Ufficio Diocesano per i Problemi Sociali e il Lavoro e dalla CDAL (Consulta Diocesana delle Aggregazioni Laicali).
Ospite e relatore, introdotto da Gabriele Darpetti Direttore dell’Ufficio Diocesano per i Problemi Sociali e il Lavoro, don Bruno Bignami, Presidente della Fondazione Don Primo Mazzolari e Direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro e dell’Ufficio nazionale dell’Apostolato del mare CEI (Conferenza Episcopale Italiana).
Pensiero Sociale. Don Bruno, per parlare del pensiero sociale di don Mazzolari, ha voluto ripercorrere le tappe salienti della sua vita ponendo l’accento sull’estrema attualità di questa figura in particolare nel suo approccio alle questioni.
Cultura e libertà. “Nei suoi dieci anni di formazione in seminario emergono due aspetti di don Mazzolari. Innanzitutto era un giovane intellettualmente molto curioso, studiava molto. Non è possibile comprendere questa figura se non all’interno di questa sua intelligenza perspicace e vivace. L’altra sua caratteristica era la libertà”.
Date salienti. Don Bignami ha proseguito raccontando in sintesi la vita di don Mazzolari ponendo l’accento su alcune date importanti: il 1912 anno in cui don Primo diventa sacerdote a 22 anni, il 1915 quando con alcuni amici inizia, dopo l’ingresso dell’Italia in guerra, a scrivere articoli di carattere interventistico poi però, dopo l’esperienza della guerra, si lascia interpellare, con la sua intelligenza, da ciò che la storia gli presenta e inizia in lui una graduale fase di ripensamento e sposa la linea del pacifismo, il 1920 anno in cui, segnato profondamente dall’esperienza della guerra, chiede di poter esercitare il suo ministero in parrocchia. “A Cicognara – ha sottolineato Bignami – inizia la sua gavetta da parroco. Quegli anni sono importanti perché don Mazzolari si accorge sempre più di come il suo impegno, anche di carattere sociale e politico, debba diventare significativo”.
Fascismo. Don Bruno ha messo in evidenza l’insofferenza di don Primo ai metodi del fascismo, lui che da sempre aveva portato avanti l’idea della libertà. “Don Primo ha visto la libertà di espressione come uno dei punti cardine della vita cristiana”.
Don Bruno ha poi ricordato il trasferimento nel 1932 da Cicognana a Bozzolo dove rimase fino al 1959 anno della sua morte.