Il tema della famiglia ha fatto da filo conduttore al primo incontro, molto partecipato, della formazione diocesana catechisti tenutosi mercoledì 18 settembre al Centro Pastorale Diocesano. Dopo l’introduzione di don Matteo Pucci direttore dell’Ufficio Catechistico Diocesano e un momento di preghiera la parola è passata al Vescovo Armando per un breve saluto all’assemblea presente. “In un rapporto educativo di base possiamo porre il rapporto educativo alla fede, noi dobbiamo partire dalle situazioni che esistono e non quelle che vorremmo e da lì ottimizzare. Mai svergognare la famiglia nella catechesi o usare parole che non sono più consone all’ascolto di tutti. Quando parlo di famiglia in termini educativi – ha concluso il Vescovo – intendo che chiunque ha un ruolo affettivo e creativo ha per natura anche un ruolo generativo nella fede”.
Dopo l’intervento iniziale del Vescovo, don Matteo, prima di passare la parola al relatore della serata don Mariano Piccotti, referente regionale degli uffici catechistici, ha voluto fare una breve introduzione per contestualizzare le parole di don Mariano. “Il titolo che abbiamo voluto dare a questi incontri di formazione è ‘Cambiare alfabeto’ perché ormai è chiaro a tutti che la catechesi tradizionale non porta più il frutto di generare cristiani. C’è bisogno quindi di cambiare, ma questo non significa cambiare qualcosa, ma cambiare l’impostazione”.
Don Mariano, nel suo intervento, è partito dagli spunti ricevuti all’ultimo incontro dell’Ufficio Catechistico Nazionale che si è svolto lo scorso giugno a Palermo e che è partito innanzitutto da una questione “Iniziazione Cristiana: con chi? Che cosa? Come?”. “Stiamo vivendo un fatto nuovo nella storia della Chiesa in Occidente – ha sottolineato Piccotti riprendendo le parole di Salvoldi – si è interrotta la catena della trasmissione della fede in famiglia. La nostra non è solo un’epoca di cambiamento, ma un cambiamento d’epoca”.
Don Mariano ha sottolineato che non si può fare a meno della famiglia. “Questo cambiamento d’epoca ci chiede una conversione pastorale e a volte non è sempre facile. I genitori sono tenuti a fare la loro parte, possono fare la loro parte, vanno incontrati e accompagnati da adulto ad adulto, sul terreno comune dell’educazione”.