È stata altissima la partecipazione alla solenne processione del Corpus Domini svoltasi, domenica 16 giugno, con un nuovo percorso: dal molo del porto, dove il Santissimo Sacramento è stato accolto dal mare, fino alla chiesa del Sacro Cuore in Soria, che non è riuscita a contenere tutta la folla dei fedeli, molti dei quali sono stati costretti a rimanere fuori sul sagrato. Una celebrazione molto sentita, che è stata preceduta da una intensa settimana di preghiera nella Chiesa dell’Adorazione, dove movimenti, associazioni e varie realtà pastorali si sono avvicendati nell’animazione dei gesti liturgici. Pubblichiamo l’omelia dell’arcivescovo Piero Coccia.
Sinodalità. Con la processione del “Corpus Domini”, abbiamo compiuto due gesti generati dalla celebrazione dell’Eucaristia: quelli della sinodalità e della esodalità. È infatti l’Eucaristia a costituirci chiesa sinodale, cioè comunità chiamata a fare una forte esperienza di comunione con il mistero del Cristo e tra di noi. Ed è ancora l’Eucaristia a realizzarci come chiesa esodale, cioè comunità chiamata ad uscire per testimoniare il mistero del Risorto nelle relazioni e nei luoghi della nostra quotidianità.
Sinodalità Papa Francesco ripetutamente ci richiama ad essere una chiesa sinodale: “Il cammino della sinodalità è il cammino che Dio si aspetta dalla chiesa del terzo millennio (Discorso alla CEI del 20.5.2019). Anche la chiesa che è in Pesaro, celebrando l’Eucaristia, è chiamata alla sinodalità: prima di tutto teologale, come comunione con il Signore; poi nella prassi ecclesiale, partecipando agli organismi comunionali perché una comunità non può avere un uomo solo (il parroco) al comando. La mia continua sollecitazione alla corresponsabilizzazione dei laici rimane valida, anzi urgente!
La sinodalità si esprime anche come cooperazione missionaria. La nota mancanza di clero mi ha spinto a chiedere aiuto a pastori di chiese sorelle per avere dei sacerdoti disponibili ad esercitare il loro ministero nella nostra Arcidiocesi. La risposta è stata generosa. Questo chiede alle nostre comunità di accogliere, amare e valorizzare i sacerdoti che vengono da lontano per aiutarci a crescere nella fede.
Infine la sinodalità spinge la nostra chiesa ad abitare il territorio in forme più adeguate ai continui mutamenti, a testimoniare quell’amore che tante volte recupera le persone e fa luce sui problemi.
Esodalità. Dopo aver accolto Gesù Sacramentato sulla banchina del porto, ci siamo messi in cammino per le vie della città. Esodalità vuol dire uscire, andare verso le periferie non solo urbane ma soprattutto esistenziali. Nel nostro pro-cedere, cioè nel nostro camminare fisico e simbolico, abbiamo incontrato le diversità, ma con un preciso scopo: comunicare a tutti il mistero del Risorto nel quale trova compimento il mistero dell’uomo.
Cari fedeli, anche il gesto dell’esodare è generato dall’Eucaristia. Ce lo ricordano le parole di Gesù nell’ultima cena, riattualizzate nella consacrazione del pane e del vino: “Prendete e mangiatene tutti…questo è il mio corpo… Prendete e bevetene tutti…questo è il calice del mio sangue”. Sì, Gesù ha dato la sua persona per tutti e la dona ancora attraverso una chiesa esodale, cioè “in uscita”, capace di ridare speranza soprattutto ad una umanità ferita, sofferente, disillusa, segnata dall’ingiustizia, colpita dalla povertà. Un’umanità che incontriamo quotidianamente anche qui a Pesaro.
Ma l’«andare» ci porta pure ad incontrare quell’umanità che, redenta dal Risorto e nutrita di pane eucaristico, lotta, ama, costruisce, spera e perdona. Possa Gesù attraverso l’Eucaristia continuare ad essere per questa umanità segno di amore e promessa di vicinanza “fino alla fine dei tempi”.
Pieni di riconoscenza e di speranza eleviamo ora la nostra preghiera al Signore.
Signore guidaci sulla strada della storia. Sostieni i sacerdoti, i religiosi e le religiose, i consacrati e le consacrate, gli operatori pastorali, perché sappiano guidare la comunità cristiana con passione e dedizione. Volgi il tuo sguardo sulle famiglie in difficoltà perché rimangano salde nell’unità. Veglia sui malati e sugli anziani perché siano sorretti dalla fede in Te. Conforta i delusi perché siano illuminati dalla speranza che non delude. Orienta i giovani nel cogliere la loro vocazione, compresa quella alla vita sacerdotale, religiosa e consacrata. Proteggi coloro che nel silenzio si spendono per il bene di tutti. Ispira alla logica del Vangelo le scelte di chi guida le sorti della città. Dona alla chiesa di Pesaro di vivere la comunione (sinodalità) e la missione (esodalità) a cui tu incessantemente la chiami attraverso l’Eucaristia.
PAOLA CAMPANINI